Comprendere per non discriminare, capire per non odiare. Katie Couric riesce a costruire un racconto giornalistico coerente, certamente progressista ma non per questo schiacciato su una posizione soltanto. Rimuove uno ad uno i mattoni di ignoranza che hanno costruito, in questi anni, il muro di discriminazione che ha colpito transgender e transessuali in ogni angolo del mondo
Poche cose, in questi anni strani, hanno fatto discutere e diviso più della cosiddetta “teoria del gender”, attraverso cui, secondo fantasiosi osservatori di una realtà tutta loro, si starebbero minando le basi della famiglia tradizionale e tutto ciò che ne consegue. Poco importa, almeno per lorsignori, che questa “teoria del gender” non esista affatto e che, invece, la discussione seria e approfondita è quella che riguarda il “gender” inteso come appartenenza a un genere dal punto di vista culturale e non biologico. A fare un po’ di chiarezza, e soprattutto a far parlare fatti reali e persone vere, ci pensa National Geographic Channel con un prezioso documentario dal titolo “Gender, la rivoluzione”, in onda martedì 31 gennaio alle 20.55 sulla piattaforma Sky.
A guidare questo viaggio genuinamente curioso e senza pregiudizi è la nota giornalista americana Katie Couric (volto di punta della CBS e prima ancora di NBC), che con apertura mentale e voglia di conoscere, si fa largo tra questioni scientifiche e sociali, biologiche e sociali, raccontando le storie quotidiane di persone comuni che hanno dovuto fare i conti con scelte passate sbagliate di famiglie e medici non ancora pronti ad accettare la realtà, ma anche le vicende delle famiglie normali di oggi, che invece prestano maggiore attenzione, con coraggio e sfidando i pregiudizi, all’identità sessuale dei propri figli.
Comprendere per non discriminare, capire per non odiare. Katie Couric riesce a costruire un racconto giornalistico coerente, certamente progressista ma non per questo schiacciato su una posizione soltanto. Rimuove uno ad uno i mattoni di ignoranza che hanno costruito, in questi anni, il muro di discriminazione che ha colpito transgender e transessuali in ogni angolo del mondo. Quello di “Gender, la rivoluzione”, è il modo giusto di affrontare la vicenda. Anzi, l’unico modo possibile, visto che è fondato su dati scientifici ed empirici, su ricerche ad altissimo livello e soprattutto sulla vita quotidiana degli individui coinvolti. Passando dalla storia di una bimba di 4 anni a quella di un pensionato californiano, alla fine di due ore intense e interessanti sicuramente ne sapremo un po’ di più su una rivoluzione inevitabile e, almeno si spera, riusciremo a mettere da parte pregiudizi e false certezze figlie di ignoranza e propaganda.