Riceviamo e pubblichiamo questa lettera, firmata da professionisti e imprenditori del digitale, che è stata inviata al Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, al Commissario straordinario per l’attuazione dell’agenda digitale, Diego Piacentini, e al Commissario straordinario per la ricostruzione nei territori colpiti dal terremoto del 24 agosto, Vasco Errani. Una lettera in cui i firmatari sottolineano il ruolo fondamentale che le tecnologie e il marketing delle imprese dell’industria digitale possono avere nel “far ripartire” le varie “attività commerciali”. In particolare l’e-commerce, si legge, potrebbe aiutare a “superare le barriere territoriali e fisiche per arrivare là dove non possono più arrivare i clienti e i camion per via delle macerie”.

Solo che, denuncia la lettera, “le iniziative di aiuto e sostegno ai terremotati, per come sono ora strutturate, di fatto disincentivano la ripresa di una vita normale”. Questi provvedimenti “escludono chi in qualche modo prosegue un’attività e di fatto immobilizzano lo slancio verso la ripresa”. I firmatari perciò propongono di “superare le difficoltà grazie al digitale”. In particolare al Governo viene chiesto di intervenire con quattro misure. Innanzitutto, rimodulare gli strumenti di sostegno al reddito, prevedendo misure per i titolari di attività imprenditoriali. Poi “liberare lo spirito di iniziativa” e “sostenere le attività di commercio e servizi on-line”, grazie alle quale, “i commercianti potrebbero vendere i loro prodotti su scala nazionale e internazionale, beneficiando della solidarietà dei propri concittadini”. Infine, “prevedere forme di defiscalizzazione e decontribuzione innovative”.

La lettera integrale:
Signor Presidente del Consiglio, Signori Commissari, 
in questo momento di grave emergenza nazionale ci rivolgiamo a voi per offrire il nostro contributo di cittadini e professionisti nella ricerca di soluzioni concrete che possano aiutare le persone colpite dal terremoto a ripartire e a intravedere la strada verso un futuro possibile e sostenibile.
Nel mese di settembre, nei giorni successivi alla prima devastante scossa che ha distrutto Amatrice e molti comuni limitrofi, alcuni commercianti della zona si sono rivolti a noi, professionisti e imprenditori del digitale, chiedendo un aiuto per ripartire con le proprie attività.
Intravedendo nelle nostre competenze tecnologiche e di marketing e nei mezzi a disposizione delle imprese dell’industria digitale l’opportunità di una rapida ripresa, padri e madri di famiglia, tra le mille difficoltà che potete immaginare, ci hanno chiesto – con grande dignità – di aiutarli a trovare una prospettiva di vita lavorativa nel futuro attraverso internet e l’e-commerce, strumenti che da subito possono permettere alle popolazioni terremotate di far ripartire le proprie attività commerciali nonostante la perdita dei loro negozi e di molti prodotti.
Non appena contattati abbiamo subito mobilitato una “task force” informale, già attiva dal dicembre 2015 sotto il nome “Digital for Italy” – progetto che aveva riunito oltre 100 digital manager a sostegno delle piccole e medie imprese in difficoltà (www.digitalforitaly.it) – con l’obiettivo di unire le forze delle aziende del digitale per sviluppare uno o più progetti di e-commerce, che permettessero ai commercianti di superare le barriere territoriali e fisiche per arrivare là dove non possono più arrivare i clienti e i camion per via delle macerie.
Purtroppo la burocrazia italiana non ce l’ha permesso. Sì, perché le iniziative di aiuto e sostegno ai terremotati, per come sono ora strutturate, di fatto disincentivano la ripresa di una vita normale. 
Vorremmo riportare le parole di uno dei piccoli imprenditori che si è rivolto a noi: “Riguardo i problemi quotidiani dei commercianti, lamentiamo l’insufficienza degli strumenti di sostegno al reddito sin qui adottati, nonché l’eccessiva complessità nei meccanismi di erogazione dei contributi.
Gli strumenti messi in campo dalle istituzioni sono appena sufficienti a tamponare l’esigenza di liquidità quotidiana (acquisto beni di prima necessità), mentre non considerano le obbligazioni di natura patrimoniale (ad esempio i mutui) assunti dai commercianti a seguito degli investimenti operati nelle rispettive attività.
Detti strumenti, peraltro, hanno il difetto di essere alternativi tra loro (ovvero non cumulabili) e di essere legati a requisiti troppo restrittivi: ad esempio è illogica l’esclusione dei commercianti non residenti, così come non ha senso legare l’erogazione dei contributi alla sospensione totale delle attività.”
Alcuni provvedimenti di aiuto approntati escludono chi in qualche modo prosegue un’attività e di fatto immobilizzano lo slancio verso la ripresa di una vita normale inducendo una sensazione di incertezza ed abbandono che indebolisce lo spirito di iniziativa dei commercianti: è come se ai terremotati fosse lanciato un messaggio di immobilismo, invece che di sostegno ad una rapida rinascita.
In questo modo non è possibile canalizzare le loro energie verso il futuro.
Mentre la sofferenza e la rabbia delle popolazioni potrebbero divenire il carburante per la ripresa, gli strumenti di sostegno al reddito messi in campo, con le criticità sopra evidenziate, disincentivano le individualità più dinamiche, ovvero i soggetti che vorrebbero da subito riprendere una qualche forma di attività, sia complementare che totalmente nuova e innovativa rispetto a quella in essere fino al 24 agosto (senza contare gli eventi sismici successivi che non hanno fatto altro che peggiorare la situazione già drammatica).
L’avvio di un’attività imprenditoriale è per sua natura ricca di insidie ed incertezze; figuriamoci in zone terremotate dove tutti i costi (in particolare quelli logistici) sono ben più alti rispetto alle medie di settore degli altri territori. 
Il rischio che tali iniziative di slancio imprenditoriale, inoltre, possano precludere la possibilità di accedere a forme di sostegno, non solo quelle già intraprese ma soprattutto di quelle che ci si auspica possano essere avviate, è un insormontabile fattore di dissuasione e, perdonate la franchezza, un evidente rischio di alimentare le economie sommerse.
Inoltre vi evidenziamo che la somma dei vari strumenti messi in campo è altresì insufficiente e limitata a qualche migliaio di euro, da erogarsi nel corso dei prossimi sei/otto mesi circa e quindi di fatto totalmente insufficiente. Va aggiunto che fino ad ora, dopo sei mesi dal primo sisma, nelle tasche dei commercianti non è materialmente pervenuto nulla.
Per tutti quanti vi è inoltre un timore di fondo rispetto alla fase di ripresa che dovrebbe avvenire ad aprile. Rispetto a questo non vi sono indicazioni in ordine ad eventuali strumenti di integrazione del reddito che tengano conto del prevedibile calo di fatturato, della ripresa dei versamenti fiscali e contributivi e, non da ultimo, delle rate dei mutui pregressi.
Infine non vanno trascurate tutte le difficoltà di natura logistica che andranno ad interessare le attività commerciali in fase di riavvio, sia con riguardo ad eventuali costi aggiuntivi delle forniture e delle spedizioni, sia relative alle obiettive difficoltà di spostamento nei tragitti casa-lavoro, nonché negli spostamenti connessi all’esercizio delle attività lavorative.

Superare le difficoltà grazie al Digitale
Molte di queste difficoltà potrebbero essere superate grazie agli strumenti offerti dal digitale. Grazie a internet, all’e-commerce e al marketing online i commercianti potrebbero vendere i loro prodotti su scala nazionale e internazionale, beneficiando della solidarietà dei propri concittadini che potrebbero contribuire alla ripartenza di tante vite semplicemente comprando i loro prodotti online (anche quelli leggermente danneggiati come già accadde per il Parmigiano dopo il terremoto in Emilia).
La digitalizzazione delle attività dei commercianti delle zone terremotate potrebbe essere una grande opportunità per diffondere la cultura e le buone pratiche della vendita online in quei territori, andando a mettere nuove basi per nuovi sbocchi di mercato e rispondendo all’obiettivo che il Commissario per l’attuazione dell’agenda digitale Piacentini si è dato, ovvero quello di “attivare un processo di cambiamento e di fare in modo che la digitalizzazione non sia più “straordinaria” ma diventi la normalità”.  
Siamo convinti che questa situazione di emergenza potrebbe trasformarsi in una grande opportunità, ma tutto questo ha bisogno di sostegno rapido e concreto da parte del Governo.
Per questo vi chiediamo di:
1) Rimodulare gli strumenti di sostegno al reddito, partendo dal presupposto che tutte le persone e le aziende, a prescindere dalla misura del danno materiale che hanno subito, hanno ed avranno bisogno di aiuto per resistere nella fase di ricostruzione e prevedendo quindi forme di sostegno al reddito per i titolari di attività industriali, artigiane, commerciali e professionali, almeno fino al raggiungimento di livello di reddito in linea con le medie di settore e consentendo alle famiglie di avere un vita dignitosa.
2) Liberare lo spirito di iniziativa prevedendo la possibilità, per chi ne ha voglia, di implementare da subito attività parallele e/o complementari a quelle sospese, nonché di attività completamente nuove senza perdere i contributi straordinari. 
3) Sostenere le Attività di commercio e servizi on-line attraverso contributi straordinari dedicati all’implementazione di siti di e-commerce collettivi o di singole aziende ed alla realizzazione e gestione di hub logistici innovativi; il tutto accompagnato da una forte deburocratizzazione.
4) Prevedere forme di defiscalizzazione e decontribuzione innovative che tengano conto degli obiettivi elementi di difficoltà senza tuttavia risolversi in mero assistenzialismo, (quali ad esempio: operatività ex lege della sospensione delle rate di mutuo collegate ad immobili distrutti o danneggiati, estensione della sospensione delle rate per tutte le forme di finanziamento contratte, contributo per gli interessi maturati dal 24 agosto e maturandi su scoperti di conto corrente o altre forme di finanziamento a revoca fino alla ripresa dell’attività, detraibilità completa delle rate di mutuo relative ad immobili distrutti, deducibilità integrale delle rate di mutuo relative ad immobili temporaneamente inagibili fin quando manterranno tale stato; eliminazione o riduzione degli acconti IRPEF; strumenti di incentivazione alle nuove assunzioni, abbattimenti delle accise sui carburanti per autotrasporti e riscaldamento).
Certi che questi ed altri strumenti possano essere messi in campo nel prossimo Consiglio dei Ministri dedicato alla questione, salutiamo cordialmente restando a disposizione per contribuire con i nostri strumenti e le nostre professionalità alla ricostruzione delle economie e alla digitalizzazione dei territori e delle attività commerciali delle popolazioni terremotate.
Salerno, 27 gennaio 2017
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