A un anno dalla scomparsa di Giulio Regeni mi è parso opportuno ricercare come la stampa araba ha trattato la questione. Sappiamo benissimo infatti che i media nostrani hanno abbondantemente affrontato il “caso Regeni” ma non possiamo dire altrettanto del mondo arabo.
Il canale televisivo egiziano, Sada el Balad ha pubblicato per primo il video di Giulio mentre parla con il capo del sindacato dei venditori ambulanti egiziani. Si tratta di una televisione fondata nel 2011 dopo la rivoluzione che fece cadere Hosni Mubarak, di proprietà di Mohammed Abu El- Enein, politico, uomo d’affari e presidente onorario della Assemblea parlamentare del Mediterraneo (PAM). Il gruppo di Sada el Balad tv ha tre canali televisivi e il sito è quello che ha dedicato più articoli al ricercatore italiano. L’organo del partito liberal-democratico, Al-Wafd, uno dei più famosi quotidiani d’Egitto e di opposizione al governo di al-Sisi, ha dato molto rilevanza al caso Regeni pubblicando nel solo mese di gennaio ben tre articoli sul ricercatore italiano. Nell’articolo più recente, si descrive l’impegno costante dell’Italia per la ricerca della verità sull’uccisione di Regeni, riportando anche i tweet di commemorazione dei ministri Gentiloni e Alfano.
Il secondo articolo, del 23 gennaio, è relativo al video pubblicato da Sada El Balad e riporta anche il link per visionare il filmato su Youtube (attualmente non più fruibile). Nel testo sono riportati degli spezzoni di conversazione tra Regeni e il venditore, descrivendo la vicenda in maniera dettagliata.
L’ultimo articolo tratta più dell’elezione del nuovo presidente dell’Ue Antonio Tajani, soffermandosi brevemente su come il Parlamento europeo affronterà il caso Regeni. Un altro articolo è dedicato anche al procuratore generale egiziano che ha aperto le porte agli esperti italiani e stranieri per analizzare le telecamere della metropolitana di Dokki, luogo dove Regeni è scomparso. Di diversa portata l’atteggiamento dello storico giornale Al-Ahram, filo governativo, che ha pubblicato di recente un articolo su Regeni di poche righe incentrato sull’invio di esperti italiani e tedeschi per il recupero dei dati delle telecamere di sicurezza.
La stampa del Maghreb ignora completamente le commemorazioni dell’anniversario della morte di Giulio.
Tra le testate e i canali televisivi del Medio Oriente, Al-Jazira fornisce informazioni dettagliate sulla vicenda Regeni. In primo luogo, viene riportata la posizione degli esperti e della stampa italiana, che accusano la polizia egiziana di essere coinvolta nella registrazione del video. Inoltre viene riportata la notizia che Regeni scriveva per un quotidiano online italiano criticando il regime di al-Sisi, definito come uno “Stato autoritario”. Al-Bayan, quotidiano degli Emirati Arabi attivo dal 1980, riporta soltanto che il procuratore generale egiziano Nabil Ahmed Sadek ha acconsentito agli esperti italiani e tedeschi di recuperare dati dalle telecamere di sorveglianza. I quotidiani libanesi Assafir e Annahr non accennano minimamente ai recenti sviluppi della vicenda Regeni.
Il canale televisivo Bbc Arabic ha pubblicato nel giro di pochi giorni due articoli riguardanti l’esame delle telecamere di sicurezza e il video di Regeni con l’ambulante. Nel primo vengono ripercorse le varie tappe del caso Regeni – definito come “un incidente”- e la mancanza di cooperazione della polizia egiziana. Nel secondo sono presenti degli estratti della conversazione spiegando il contesto in cui essa avviene: il capo degli ambulanti che chiede del denaro a Regeni, il quale risponde che non può utilizzare il denaro all’infuori dell’ambito accademico. Si sottolinea inoltre che la tematica dei sindacati è delicata in Egitto poiché molte delle persone che aderiscono a questi sono degli oppositori del regime, e che Regeni era stato scambiato per una spia. Al-Hayat ha pubblicato un breve articolo sull’invio di esperti in Egitto, senza menzionare il nuovo video apparso recentemente. Gli altri canali, ovvero France 24 Arabic, CNN Arabic e Sharq Al-Awsat (uno dei più rinomati e influenti giornali arabi) non hanno dato rilevanza al video pubblicato da Sada Al Balad.
Il bilancio che quindi ne possiamo trarre è che generalmente la stampa araba mondiale presenta non poche lacune sulla morte del ricercatore italiano.