Una nuova cittadinanza: “Qual è l’Italia che vogliamo per i nostri figli?”
Le battaglie di questi familiari portano per mano nella stessa direzione. Si assumono una missione che dovrebbe esser
e della politica e che la politica spesso ignora, quasi con disprezzo, quella del rinnovamento del senso civico, della responsabilità. Devastati dal dolore, sgangherati, soli, irrecuperabili, feroci, fragili, combattono ogni giorno – non dando mai margine alla voglia di arrendersi – perché il mondo cambi di un po’ in meglio. E’ così, intrisa di dolore e speranze, che nasce una nuova cittadinanza. “Faceva un totale di 370mila euro, questo mi davano per Emanuela, per la mia vita che non c’è più – ha detto una volta Daniela Rombi parlando delle proposte di risarcimento per il disastro ferroviario in Versilia – La mia risposta è stata: a me non servono quei soldi, che ci aggiustino qualche treno. Che forse non ammazzerà più nessuno qualche treno. Noi dobbiamo pretendere la sicurezza, che ogni mezzo di trasporto in qualsiasi luogo di lavoro sia in sicurezza. Invece chi denuncia l’insicurezza viene licenziato. E’ questa l’Italia che noi vogliamo? Che noi accettiamo di avere per i nostri figli e per il nostro domani?”.