Due esposti, uno al Csm e uno alla Procura generale di Venezia, per denunciare “inerzie e omissioni nell’azione inquirente” del procuratore capo di Vicenza, Antonino Cappelleri. E per chiedere al pg di Venezia, Antonino Condorelli, di disporre l’avocazione dell’indagine sul nuovo Tribunale di Vicenza che “a distanza di tre anni dalle prime denunce non si è ancora conclusa”, scrivono Legambiente, Italia Nostra e il Comitato contro gli abusi edilizi che oggi hanno inviato i due incartamenti a Roma e a Venezia. Due settimane dopo l’inaugurazione del Palagiustizia, con il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri e il primo presidente della Cassazione, Giovanni Canzio, a Vicenza si apre l’ultimo capitolo di una storia sbagliata: quella del Piano di riqualificazione dell’area ex Cotorossi, nel quartiere di Borgo Berga.
Su quei terreni di proprietà della Finvi, società riconducibile alla galassia della famiglia Berlusconi, collocati alla confluenza dei fiumi Bacchiglione e Retrone e all’ombra delle ville palladiane, doveva sorgere il nuovo Tribunale della città. Ne è uscito un “ecomostro” secondo le associazioni che da anni lottano contro il complesso di Borgo Berga, per cui gli ispettori dell’Unesco stanno valutando se ritirare a Vicenza il riconoscimento di città “patrimonio dell’umanità”, anche se un recente studio commissionato dal Comune di Vicenza, presentato lo scorso 19 gennaio, ha ridimensionato la portata del problema, parlando di una “minaccia su scala più ampia” dovuta all’“incremento dell’urbanizzazione e al parallelo decremento dell’agricoltura”.
IL TRIBUNALE E LA “LOTTIZZAZIONE ABUSIVA” – È stata proprio un’inchiesta della Procura di Vicenza, affidata al Corpo forestale dello Stato, a stabilire che l’area in cui sorge il nuovo Tribunale insiste su una “lottizzazione abusiva”. Nel novembre del 2015 il Gip vicentino Massimo Gerace, su richiesta del procuratore Cappelleri, dispone il sequestro parziale di Borgo Berga. Il provvedimento si limita però a mettere i sigilli sul “lotto E” ancora in costruzione, salvando così il Palagiustizia e il vicino supermercato. Anche se per il giudice tutta l’area di Borgo Berga, Tribunale compreso, è un “complessivo illecito che ha prodotto situazioni irreversibili” e l’assenza di valutazione del rischio idraulico “rende certamente abusiva la lottizzazione”. Le anomalie del piano di riqualificazione identificate dal consulente del pm sono numerose: “La demolizione dei fabbricati esistenti, la mancanza di elaborati sulle zone sismiche, il mancato rispetto delle prescrizioni della Soprintendenza, la mancata valutazione ambientale strategica” fino alla “mancanza di bacini di laminazione” in un’area a “rischio idrogeologico”.
LA FORESTALE: “SEQUESTRARE L’INTERA AREA” – Nel marzo del 2015 gli investigatori del Nipaf del Corpo Forestale di Vicenza avevano chiesto al procuratore Cappelleri di sequestrare l’intera area di Borgo Berga, Palagiustizia compreso, “per interrompere le conseguenze antigiuridiche del reato”. Ma la Procura limita la richiesta di sequestro ad un unico lotto non ancora ultimato, iscrivendo nel registro degli indagati solo l’allora dirigente del settore Urbanistica del Comune, Antonio Bortoli. A tre anni dalle prime denunce, l’inchiesta dei pm vicentini è ancora in corso: gli indagati sono diventati 18 e il procuratore ha disposto una nuova superperizia sull’area “abusiva”. I comitati contro Borgo Berga sono “fortemente critici nei confronti dell’atteggiamento della Procura di Vicenza – spiega a ilfattoquotidiano.it uno dei portavoce, Paolo Crestanello – Stiamo assistendo ormai da tempo a una surreale quanto inquietante sospensione della legalità”.
ARRIVA ANCHE L’AGENZIA DELLE ENTRATE – Nonostante l’inchiesta giudiziaria, i lavori continuano e nel frattempo vengono ultimati gli edifici costruiti accanto al Tribunale. Nel marzo del 2016 si scopre che l’Agenzia delle Entrate ha stipulato un contratto d’affitto e sposterà la sede dell’ufficio territoriale “Vicenza 1” nel cuore di Borgo Berga. I comitati scrivono ai vertici dell’Agenzia e all’allora titolare del Mef, Carlo Padoan, ritenendo “assai grave che il denaro pubblico venga utilizzato a favore di un complesso edilizio sorto in palese e macroscopica violazione di legge”. Nella sua risposta, il direttore centrale Giuseppe Telesca spiega che le indagini sulla lottizzazione abusiva “non erano conosciute dall’Agenzia al momento della stipula del contratto di locazione avvenuta in data 3 marzo 2016”. Anche se il sequestro preventivo dell’area, finito su tutti i giornali, è del 5 novembre 2015.
L’UNESCO: “PATRIMONIO UMANITÀ IN PERICOLO” – L’enorme complesso di Borgo Berga non è passato inosservato all’Unesco. Gli ispettori dell’Icomos, il Consiglio internazionale dei monumenti e dei siti, hanno avviato un’indagine sulla città, inserita nel ’94 tra i siti “patrimonio mondiale dell’umanità” per le opere del Palladio. Tra i motivi che spingono Icomos a riesaminare il patrocinio Unesco assegnato a Vicenza, insieme all’impatto della base militare Usa Dal Molin e al Tav, c’è proprio “la riconversione del Cotonificio Cotorossi, che ha già eroso i valori della cornice paesaggistica di Vicenza e delle ville” palladiane. “Questo complesso esagerato, con una impostazione aliena alla zona circostante – conclude lo studio Icomos – ha impattato in maniera avversa e permanente sul paesaggio”.