L’aula del Senato ha eletto il candidato Dem con 118 sì. Il partito di Renzi ora pesa più del Pdl nell'authority sulle comunicazioni che ha un corso un'istruttoria sull'avanzata di Vivendi nel Biscione. Martedì 31 gennaio è arrivata una frenata: sospeso il procedimento di analisi dei mercati rilevanti nel settore dei servizi di media audiovisivi, centrale per valutare se e come intervenire
Mario Morcellini è il nuovo consigliere dell’Autorità per le comunicazioni in sostituzione dello scomparso Antonio Preto. Con questa nomina, il Pd si rafforza all’interno dell’autorità in un momento molto delicato per futuro di Mediaset. Nelle votazioni al Senato il candidato Pd Morcellini, ordinario di sociologia alla Sapienza con un passato di consulenze in Cnr, Miur, Fnsi e Rai, è riuscito infatti a spuntarla su Vito Di Marco, un fedelissimo dell’ex ministro Paolo Romani appoggiato da Forza Italia. Il neo consigliere completerà la squadra del board Agcom composta da Antonio Martusciello (in quota Pdl), Francesco Posteraro (Udc), Antonio Nicita (Pd) e dal presidente montiano Angelo Cardani. Il Movimento 5 Stelle non è invece riuscito a far passare nessuno dei tre candidati graditi (Antonio Sassano, Fulvio Sarzana e Oreste Pollicino). In termini politici, con la nomina di Morcellini s’invertono i pesi nei delicati equilibri dell’Agcom: il Pd, che ha espresso i due consiglieri Morcellini e Nicita, si sostituisce di fatto al Pdl, partito cui apparteneva Preto oltre che il consigliere Martusciello.
Si tratta di un fatto decisamente significativo. Soprattutto perché Morcellini arriva nella stanza dei bottoni dell’Agcom in un molto delicato: l’autorità, chiamata a vigilare sulle operazioni di concentrazione nel settore media e telecomunicazioni, ha infatti in mano lo spinoso dossier Mediaset-Vivendi. A fine dicembre, di fronte all’avanzata di Vivendi in Mediaset, Agcom aveva aperto un’istruttoria per verificare se il gruppo francese potesse contemporaneamente essere socio significativo sia in Telecom che in Mediaset. L’autorità guidata da Cardani si era poi anche preoccupata di lanciare un monito a Vivendi prospettando un veto ad eventuali operazioni di concentrazione fra Vivendi, Telecom e Mediaset.
A fronte di tanto dinamismo, però, martedì il 31 gennaio l’Agcom ha bruscamente frenato gli iniziali entusiasmi. Il consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha infatti fatto sapere di aver sospeso fino al 21 aprile la seconda fase del procedimento di analisi dei mercati rilevanti nel settore dei servizi di media audiovisivi. Detta in altri termini, l’autorità ha rimandato uno studio centrale per valutare come e se intervenire sul caso Mediaset-Vivendi. La decisione è stata motivata dal “fatto che sono in corso operazioni che coinvolgono società attive nei mercati interessati che potrebbero determinare modifiche negli assetti proprietari delle stesse”. Tuttavia sono proprio questi movimenti in corso che necessitano un quadro chiaro d’azione. Uno scenario complessivo che consenta all’autorità indipendente di entrare nel merito delle operazioni in corso nell’interesse dei cittadini.