L'iniziativa "Per l'Europa delle Patrie" è prevista l'11 febbraio in un luogo imprecisato del capoluogo ligure. Il sindaco Marco Doria: "E' un dovere civile opporsi alla propaganda razzista e neofascista". Il presidente della sezione locale dell'Anpi, Massimo Bisca: "Ospitare chi viene a predicare violenza è un controsenso"
Il convegno organizzato da Forza Nuova, cui parteciperanno alcuni esponenti dell’estrema destra europea, previsto a Genova il prossimo 11 febbraio in un luogo ancora “top secret” ha provocato polemiche e reazioni, dall’Anpi al sindaco Marco Doria. All’appuntamento previsto nel capoluogo ligure, medaglia d’oro per la Resistenza – “For a Europe of Fatherlands – Per l’Europa delle Patrie” – parteciperanno Roberto Fiore, presidente di Forza Nuova, e dovrebbero intervenire come relatori anche Udo Voigt, parlamentare europeo del Partito Nazionaldemocratico di Germania, Yvan Benedetti, leader del Parti Nationaliste Français, e Nick Griffin, ex presidente del British National Party. Tutti i movimenti fanno parte dell’Alleanza per la Pace e la Libertà – The Alliance for Peace and Freedom (APF), un gruppo di sigle politiche dell’estrema destra europea.
“Ospitare convegni anche di chi ha idee diverse” – Gli organizzatori spiegano sul proprio profilo Facebook che “Genova è stata scelta per dare inizio al nuovo anno di lotta politica. A Genova attivisti e simpatizzanti nazionalisti europei si raduneranno per ascoltare le parole dei capi del nazionalismo europeo”. Immediata la reazione dell’Anpi genovese che con una nota ha condannato l’iniziativa e chiamato i cittadini a raccolta: “Apprendiamo con stupore e tanto sdegno che la nostra città dovrebbe essere sede di un convegno dell’ultradestra europea su invito dei fascisti nostrani”. Sull’iniziativa in programma tra dieci giorni si è espresso anche Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, rispondendo ieri ai giornalisti che gli chiedevano un commento. “Credo che chi ha combattuto per fare di Genova una medaglia d’oro per la Resistenza, e quindi renderla una città libera e democratica, l’ha fatto anche perché si possano ospitare convegni di chi non la pensa come lui. Resto dell’idea – ha detto Toti – che anche quando le idee non sono condivise mi devo battere perché possono essere espresse. Mi auguro che nessuno torni indietro su questo principio elementare di democrazia”.
“Opporsi alla propaganda razzista e neofascista” – Di tutt’altra posizione è Marco Doria. “Non sono d’accordo con la posizione del presidente della Regione Liguria Toti – ha sostenuto il primo cittadino genovese durante un’intervista – in Europa ci sono idee razziste, fasciste e xenofobe, che vanno combattute con grande vigore. Contrastare “queste idee di odio e sopraffazione – ha concluso Doria – è un dovere civile, proprio a tutela della libertà, connaturato nelle Costituzioni democratiche e in particolare nella Costituzione italiana“. Contrario anche il Movimento 5 stelle Liguria che ha espresso “un no senza se e senza ma ad ogni convegno che si richiami apertamente all’ideologia nazi-fascista, perché democrazia e fascismo sono l’antitesi una dell’altro, come sancito dalla Costituzione e marchiato sulla carne di chi ha combattuto col sangue per liberare il nostro Paese”.
“Il precedente del MSI nel 1960” – “Una cosa è il confronto delle idee, un’altra cosa è ospitare chi è portatore di valori che si rifanno al razzismo, alla violenza, alla xenofobia. E ci sono sentenze anche della Suprema Corte che confermano l’operato di queste persone”, sostiene il presidente di Anpi Genova, Massimo Bisca. “Ci sono due leggi – ricorda il numero uno dei partigiani genovesi – la Scelba e la Mancino e quelle leggi andrebbero rispettate”. Riprendendo le parole di Toti, Bisca afferma che “se si ricorda Pertini, si deve anche ricordare anche quel Pertini che il 30 giugno del 1960 ha impedito l’affronto di chi era tornato in città dopo aver fatto deportare 1.500 operai dalle fabbriche genovesi”, afferma Bisca facendo riferimento alla partecipazione dell’ex presidente della Repubblica alla sommossa del 30 giugno 1960 contro la convocazione nella città della Lanterna del congresso del Movimento Sociale Italiano. Si rischia di andare verso un nuovo 30 giugno 1960? “Noi lanciamo l’allarme – risponde il presidente dell’Anpi – ma ognuno fa il suo mestiere: le forze dell’ordine, la Prefettura, tutte le istituzioni, compresa la Regione, devono far rispettare la legge. Noi siamo contro la violenza, ma ospitare chi viene in città a predicare violenza mi sembra un controsenso”.