A sette mesi dagli arresti sulle ipotizzate infiltrazioni della mafia in Fiera Milano è arrivata la prima sentenza. È stato condannato a 8 anni e 10 mesi Giuseppe Nastasi, amministratore di fatto del consorzio Dominus e ritenuto vicino all’entourage di Matteo Messina Denaro, superlatitante di Cosa Nostra. Il verdetto è stato emesso dal gup di Milano Alessandra Dal Corvo nel processo abbreviato. Durante la conferenza stampa il procuratore aggiunto della Dda di Milano, Ilda Boccassini, aveva sottolineato l’importanza dell’indagine in quanto questa volta segnalava in Lombardia non “le infiltrazioni di ‘ndrangheta, ma di Cosa Nostra” e come Nastasi avesse “legami con cosche importanti come gli esponenti della famiglia Accardo“. Nota per la sua “forte vicinanza” con la famiglia Messina Denaro” di Castelvetrano. Il giudice ha deciso anche altre 8 condanne a pene fino a 5 anni e un patteggiamento. A Fiera, alla controllata Nolostand e al Comune di Milano, parti civili, riconosciuti risarcimenti. A tre mesi dagli arresti era stato deciso anche il commissariamento di un ramo d’azienda di Fiera. E il 27 gennaio scorsi i giudici della sezione di Misure di prevenzione avevano respinto la richiesta della Procura del commissariamento di tutta la società che è quotata in Borsa.
Nastasi, stando all’inchiesta del pm della Dda di Milano Paolo Storari e del Gico della Gdf, è accusato di avere messo in piedi un sistema di società cartiere, che ruotava attorno al consorzio Dominus, e di fatture false per creare fondi neri, parti dei quali, poi, sarebbero stati consegnati anche ad esponenti di Cosa Nostra. Dominus, tra l’altro, stando agli atti dell’indagine, attraverso una controllata di Fiera Milano spa, la Nolostand (la Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano ha disposto l’amministrazione giudiziaria per questa società e ha poi commissariato anche alcuni settori di Fiera), si era accaparrata lavori per oltre 18 milioni di euro, alcuni anche relativi ai padiglioni dell’Esposizione Universale.
Nella scorsa udienza, tra l’altro, prima di chiedere 9 anni per Nastasi, che sarebbe legato alla “famiglia mafiosa degli Accardo di Partanna”, in provincia di Trapani, il pm Storari aveva depositato alcuni atti per dimostrare come Nastasi e il suo ex braccio destro Liborio Pace (imputato con rito ordinario) avrebbero avuto un atteggiamento da “intranei” all’entourage di Messina Denaro. Le accuse, a vario titolo, nel procedimento sono associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari, appropriazione indebita, riciclaggio, anche con l’aggravante di aver agevolato la mafia. Aggravante riconosciuta oggi dal gup nel verdetto e che era contestata a Nastasi e al padre Calogero, presunto prestanome e condannato a 3 anni e 8 mesi. Stessa pena inflitta a Massimiliano Giardino, Marius Peltea e a un altro imputato. A 2 anni e 8 mesi, invece, sono stati condannati Vasilea Onutu e un altro imputato. A 2 anni e 10 mesi Giuseppe Lombino (anche imputato in ordinario per altri fatti) e 5 anni sono stati inflitti a Francesco Zorzi. Ha patteggiato 3 anni Simona Mangoni.
Il giudice ha riconosciuto risarcimenti da quantificare in sede civile a Comune di Milano, Fiera Milano spa e Nolostand, società rappresentate dal legale Enrico Giarda, in relazione all’accusa di associazione per delinquere aggravata dalla finalità mafiosa. All’amministrazione comunale milanese, rappresentata dall’avvocato Maria Rosa Sala, tra l’altro, è stata riconosciuta anche una provvisionale di 200mila euro in relazione ai reati tributari contestati agli imputati. Confiscati anche beni, quote societarie, conti, auto, orologi di lusso per qualche milione di euro. La motivazioni sono attese tra 90 giorni.