Il parlamentare italo-americano del Pd è il firmatario dell'emendamento che permette di far rientrare dalla finestra i fondi a garanzia usciti per due volte dalla porta. Risponde alle domande de ilfattoquotidiano.it e sulle presunte pressioni di Lotti e del governo dice: "Ho fatto tutto da solo, servirà a promuovere l'immagine dell'Italia e darà aiuti ai giovani"
“Renato è al Senato”. “Scrivete a Renato“. Gli slogan sul sito internet del senatore Renato Guerino Turano fanno intuire la disponibilità assolutamente nazional-popolare del self made man di origini calabresi, ma residente a Chicago da una vita ed eletto col Pd nella circoscrizione estera dell’America Settentrionale e Centrale. Una disponibilità assai utile al governo, che con il suo emendamento al decreto Salva Banche punta a risolvere una volta per tutta la grana della garanzia statale da 97 milioni di euro sulla Ryder Cup che si disputerà a Roma nel 2022. Due i tentativi andati a vuoto: prima la legge di Bilancio, poi il decreto fiscale. Ora, invece, la soluzione è inserita nel provvedimento studiato per mettere in sicurezza Mps e i risparmi dei correntisti. “Sempre che la votazione vada a buon fine” dice a ilfattoquotidiano.it il 74enne Turano. E’ prudente, il senatore: sa perfettamente che il governo ha già dato parere favorevole, ma al tempo stesso non può non tener presente che il momento contingente del Pd potrebbe mettere a rischio la sua creatura in sede di votazione. La domanda, tuttavia, è un’altra: ma che c’entra il golf con una legge sulle banche? “Tutto c’entra un po’” assicura l’imprenditore prestato alla politica, con la cadenza tipica dell’americano a Roma. Il senso della risposta arriva con qualche secondo di ritardo: “C’entra perché il decreto è la prima occasione utile per assicurare questa garanzia alla Ryder Cup”. Questione di tempo, non di merito.
Ma guai a sostenere che per il Pd Turano sia stato l’uomo giusto al momento giusto o che il governo (o qualche suo componente di spicco) abbia usato il senatore americano per risolvere l’impasse. “Ho fatto tutto da solo – protesta – e ho colto questa opportunità perché secondo me la Ryder Cup è importante per promuovere l’Italia nel mondo e per far avvicinare i giovani allo sport”. In che senso? “Col Coni sto collaborando a una sorta di gemellaggio Usa-Italia – spiega Turano – Alcuni ragazzi americani vengono in Italia per giocare a calcio, a tennis o a golf e al contempo i giovani italiani fanno la stessa cosa negli States“. Come i 97 milioni per la Ryder Cup come si leghino a questo progetto il senatore non lo spiega. Molto chiaro, invece, l’aspetto economico della vicenda, declinato alla voce ‘ritorno di introiti per tutto l’indotto’. Turano è un imprenditore di successo, i conti li sa fare bene: “Con questa coppa di golf arriveranno a Roma 400mila persone, lavoreranno gli alberghi, i ristoranti, le agenzie di viaggio, i servizi: tutti guadagneranno e potranno arrivare altre sponsorizzazioni“.
I soldi per organizzare, però, per una buona parte sono pubblici: 60 milioni cash già stanziati dal governo Renzi nella legge di Bilancio e i 97 milioni di garanzia pronti a rassicurare il comitato interno alla Federgolf di Franco Chimenti in caso di contrattempi. “Ma che problema c’è – spiega Turano – E’ solo una garanzia”. Denari pubblici per eventuali incassi privati? E qui scatta l’angolo autobiografico del senatore: “Io con le mie aziende ho spesso avuto garanzie statali, ma non ho mai utilizzato un dollaro di quei soldi. In questo caso serviranno solo a permettere all’Italia di fare una bella figura col mondo e con l’America, dove la Ryder Cup è seguita come e più dei mondiali di calcio“. Ma in Italia il golf è considerato uno sport di nicchia: valeva la pena spendere tutti quei milioni? Turano non ha dubbi: “Certo che sì. Già abbiamo perso le Olimpiadi, non possiamo perdere un’opportunità del genere”. Sarà un caso, ma sono le stesse identiche parole utilizzate dal ministro dello Sport Luca Lotti in un’intervista alla Gazzetta dello Sport. Ma non ditelo al senatore: “Lotti non c’entra niente – precisa – Ripeto, non è stato il governo a spingermi a presentare l’emendamento. Ho fatto tutto da solo perché ho sempre seguito la questione e a mio avviso la manifestazione è una grande opportunità per l’Italia e per gli italiani nel mondo”. Secondo molti, tuttavia, il provvedimento è una sorta di marchetta che permetterà al Coni di investire anche nella costruzione di infrastrutture e garantirà a Malagò l’appoggio del golf in vista della sua rielezione. “Per me è solo un’opportunità” ribadisce Turano. E pazienza se è inserita nel Salva Banche e che sui costi organizzativi della Ryder Cup non ci sia uno straccio di chiarezza e di trasparenza. Per dovere di cronaca, del resto, Renato Guerino Turano è l’unico che si è degnato di dare spiegazioni al Fatto.it: “Io rispondo solo per le mie azioni, degli altri non so dire”. Insomma, scrivete a Renato: almeno lui vi risponderà.