A Viareggio c’è chi vive per il Carnevale e chi è morto per un treno, come ha riconosciuto una sentenza pochi giorni fa che ha condannato, tra gli altri, Trenitalia. Cosa accade se a Viareggio la Fondazione Carnevale ringrazia proprio Trenitalia con tanto di striscione sotto il palco? Un putiferio. Sul palco allestito giovedì in Piazza Mazzini, centro della sfilata dei carri allegorici più grandi del mondo al via domenica 5 febbraio, è spuntato uno striscione che ha fatto infuriare i familiari delle vittime della strage ferroviaria. In alto si legge “Carnevale di Viareggio 2017 grazie a…” e sotto compaiono i simboli degli sponsor. Tra questi c’è pure il logo di FS Trenitalia, con la scritta “Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane”. La stessa azienda condannata due giorni prima dal Tribunale di Lucca per l’incidente del 29 giugno 2009, in cui a Viareggio persero la vita 32 persone, tra cui alcuni bambini.
Immediata la reazione dei familiari. “Apprendiamo con amarezza che nemmeno una sentenza di condanna per omicidio colposo plurimo aggravato e disastro ferroviario sono bastate a far sì che chi è arrivato a Viareggio per amministrare il nostro Carnevale avesse almeno la sensibilità di sbandierare quel simbolo che per i familiari, la vera Viareggio e per la legge italiana rappresenta i responsabili per la morte di 32 persone”, fa sapere il portavoce Marco Piagentini, che nella strage ha perso due bambini e la moglie. Segue il dietrofront della Fondazione Carnevale, la cui presidente, Marialina Marcucci, si prende tutta la responsabilità dell’errore. E spiega la presenza di quel logo. “Noi avevamo fatto un accordo con Trenitalia, una partnership tecnica. Trenitalia avrebbe dovuto applicare uno sconto del 30% sulle Frecce a coloro che fossero in possesso del biglietto del Carnevale. Totalmente inopportuna la decisione, da parte mia, di procedere con lo striscione, decisione che non teneva conto di una sensibilità forte che questa città ha e che è giusto che abbia. La responsabilità specifica è solo la mia, purtroppo ho sbagliato e lì finisce. Ho fatto un doppio danno: ho urtato la suscettibilità di chi ha il dolore nel cuore e sempre lo avrà e le aspettative di chi invece da questa manifestazione si aspetta promozione e crescita”, dichiara la presidente della Fondazione Carnevale a ilfatto.it. Il logo sarà quindi rimosso dallo striscione. Resta comunque lo sconto per i viaggiatori, che non sarà però pubblicizzato dentro il circuito.
Per Trenitalia è tutto un grande equivoco. “Non siamo sponsor del Carnevale. Infatti non abbiamo elargito contributi. Il materiale pubblicitario prodotto dalla Fondazione non è mai stato approvato da Trenitalia, né autorizzato il suo uso”, fa sapere a ilfatto.it Stefano Biserni, capo ufficio stampa del gruppo FS Italiane. Trenitalia, un giorno prima della sentenza del Tribunale di Lucca, il 30 gennaio, avrebbe mandato una email alla Fondazione Carnevale chiedendo di non esibire alcun materiale. “Quando siamo stati contattati per la proposta commerciale circa 8 mesi fa, non conoscevamo ancora la data della sentenza. Quando ci siamo avvicinati al 31 gennaio, data dell’udienza finale del processo, visto anche che l’accordo non era stato ancora accettato dalla Fondazione Carnevale di Viareggio, Trenitalia ha ingiunto di non utilizzare il logo a Viareggio per attività commerciali”.
La collaborazione tra il Carnevale e Trenitalia non è però una novità. Da anni l’azienda di trasporti, in collaborazione con la Regione Toscana, potenzia il servizio in corrispondenza dei giorni del corso mascherato. “Sono accordi con la Regione Toscana, titolare del contratto di servizio, che decide dove potenziarlo e quando. La stessa cosa che facciamo in altre regioni, ad esempio in Liguria, per eventi di grande richiamo. C’è una motivazione logistica, per far sì che non si spostino tutti in auto intasando le strade”, conclude Biserni.
Un appuntamento, il Carnevale, al quale i viareggini sono più che mai legati e che va avanti da 144 anni, esattamente dal 1873. Una manifestazione alla quale i carristi lavorano tutto l’anno e che crea un indotto fondamentale per una città altrimenti morta d’inverno. Un mese di divertimento – le date del 2017 sono 5, 12, 18, 26 e 28 febbraio – in cui però non manca mai la solidarietà. Non solo con Telethon, Medici senza Frontiere e altre onlus, ma anche con i familiari delle vittime della strage di Viareggio. Anche il giorno della sentenza, dai maestri della cartapesta sono arrivati messaggi di solidarietà. “Oggi la sentenza ed è ora che giustizia sia fatta”, ha scritto ad esempio sui social Benjamin Lebigre, della Compagnia del Carnevale, figlio di Gilbert Lebigre, genio della satira scomparso l’anno scorso e al quale è dedicata l’edizione 2017. I carristi sono sempre stati vicini ai familiari della strage, ad esempio accogliendo gli striscioni con scritto “No alla prescrizione” e appendendoli ai propri carri, veri giganti di cartapesta, alti fino a 20 metri. Tredici quelli di quest’anno: nove carri di prima categoria e 4 di seconda, ai quali si aggiungono 9 mascherate di gruppo e 15 maschere isolate, che sono la palestra dei giovani, la scommessa delle nuove leve del Carnevale. Protagonista la satira e l’attualità: da Trump e Gentiloni, le caricature guardano alla politica a 360 gradi.