Il primo decreto prevede una revisione della legge Dodd-Frank, che ha imposto una serie di regole agli istituti per evitare il ripetersi di crisi come quella del 2008. Il secondo rinvia, in attesa di modifiche, l'entrata di vigore di un provvedimento che avrebbe imposto ai consulenti previdenziali di operare nel "miglior interesse" dei clienti. Continua lo smantellamento dell'eredità dell'ex presidente
Donald Trump continua nell’opera di smantellamento dell’eredità di Barack Obama. Il presidente degli Stati Uniti ha firmato infatti un ordine esecutivo per rivedere la riforma di Wall Street, voluta dal suo predecessore dopo la crisi dei mutui sub-prime allo scopo di aumentare la regolamentazione e la supervisione dei grandi gruppi finanziari ed evitare una nuova crisi come quella del 2008, la peggiore vissuta dagli Usa da 80 anni. Non solo: un secondo ordine dispone che sia modificata la norma, che sarebbe entrata in vigore in aprile, che avrebbe obbligato i consulenti previdenziali a operare nel “miglior interesse” dei clienti per evitare che vendano loro prodotti rischiosi e non in grado di garantire una rendita decente quando lasceranno il lavoro. Nell’attesa di correzioni, l’operatività è rinviata di 180 giorni.
“Taglieremo le tasse e ridurremo le regole”, ha annunciato il presidente Usa ricevendo alla Casa Bianca Jamie Dimon, numero uno di Jp Morgan, Larry Fink di BlackRock, Jack Welch di General Electric e Mary Barra di General Motors. L’annullamento dei provvedimenti di Obama sulla regolamentazione dei grandi istituti finanziari era una delle principali promesse della campagna elettorale del presidente. Tuttavia va detto che l’ordine esecutivo è soltanto la cornice per la effettiva revisione della legge, che potrà avvenire solo con il voto del Congresso.
Il primo decreto prevede una revisione della legge Dodd-Frank, quella che ha imposto una serie di regole alle banche dopo la crisi del 2008 e che all’inizio di questa settimana, durante un incontro con alcuni imprenditori, Trump aveva descritto come “un disastro“. Approvata nel 2010 dopo la crisi finanziaria del 2007-2008, la Dodd-Frank rappresenta la più grande riforma di Wall Street degli ultimi decenni. Ha imposto requisiti di capitale più severi per le banche e una stretta su derivati e fondi privati e ha istituito il Financial Stability Oversight Council, che monitora le banche “too big too fail” – quelle che possono creare rischi sistemici – e può anche stabilire quando vanno smembrate in più pezzi perché costituiscono una minaccia alla stabilità finanziaria. Ora si cambia, è la promessa del tycoon. Gary Cohn, direttore dell’Economic council della Casa Bianca arrivato da Goldman Sachs, ha detto in un’intervista al Wall Street Journal che “Gli americani avranno scelte migliori e prodotti migliori perché non caricheremo le banche con letteralmente centinaia di miliardi di dollari di costi regolatori ogni anno”.
Meeting with biggest business leaders this morning. Good jobs are coming back to U.S., health care and tax bills are being crafted NOW!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 3 febbraio 2017
Tutto da vedere, poi, se verrà abolito un altro organismo creato dalla Dodd Frank: il Consumer Financial Protection Bureau, responsabile per la protezione dei consumatori nei rapporti con le istituzioni finanziarie. E se la nuova amministrazione farà piazza pulita della Volcker Rule, che vieta alle banche d’affari di usare i soldi dei depositi per fare speculazione. Alla vigilia della firma un funzionario della Casa Bianca ha preannunciato: “Ci sono alcune cose che potremmo fare sulla Dodd-Frank che riteniamo avranno un impatto abbastanza immediato e drammatico“, ad esempio “riduzioni di personale” nelle agenzie di regolamentazione.