Ha scelto il silenzio Fabio Di Lello davanti al giudice per le indagini preliminari di Vasto Caterina Salusti. Il 34enne, che mercoledì ha ucciso con tre colpi di pistola Italo D’Elisa che a luglio aveva investito e ammazzato la moglie Roberta Smargiasi, si è avvalso della facoltà di non rispondere. All’interrogatorio era presente anche il pm Gabriella De Lucia, che non avrebbe potuto fare domande, ma avrebbe potuto ascoltare la versione del panetterie. Che ieri al suo avvocato spiegato di non aver voluto ammazzare il 22enne. “Non era nelle condizioni e nella serenità necessari per parlare” dicono i legali Giovanni Cerella e Pierpaolo Andreoni. La Procura contesta all’indagato l’omicidio volontario premeditato. “Piange in continuazione – spiega all’Adnkronos l’avvocato Cerella – È pentito, molto pentito“.
In contemporanea a Vasto si sono celebrati i funerali della vittima. Nel saluto introduttivo il parroco, don Antonio Totaro, ha ammonito i presenti: “Si fermi questa ondata di odio. Basta con questa violenza. Non si può andare avanti con l’odio. Due vite completamente spezzate. Ha perso la città. Noi abbiamo perso”. Il sacerdote ha portato le condoglianze delle famiglie Di Lello e Smargiassi: “È qui presente il fratello di Roberta” ha detto ai presenti. “Queste morti riportino nella nostra comunità un po’ di serenità. Basta con i social media. Dobbiamo tornare a parlare tra di noi. Senza conoscere abbiamo condannato” ha detto il parroco riferendosi anche ai grandi aperti su Facebook contro D’Elisa dopo che era stato ucciso. “Le anime dei giusti sono nella mani di Dio. Stai tranquillo Italo, i giusti sono coloro che amano la vita e accolgono il dono di Dio, così come lo hai accolto tu. Non si poteva non volerti bene, sei stato sempre circondato da tanto amore” ha poi detto il sacerdote nel corso dell’omelia. “È un momento difficile, in questi giorni siamo devastati da sentimenti e pensieri contrastanti” di fronte a un “mistero grande, la morte di Italo. Oggi qui non vi sono risposte, ma solo tanta preghiera certi che Dio accoglierà tutto ciò che gli chiederemo in questa celebrazione. La tua vita così misteriosamente strappata ai tuo affetti non è perduta – ha concluso – il tuo sguardo è ancora rivolto a noi per invitarci a continuare a credere che la vita è un grande dono che vale la pena vivere. Amore e solidarietà valgono la pena di essere vissuti“. Lasciamo che la magistratura faccia il suo corso. Facciamo in modo che queste morti che purtroppo ci sono state non siano inutili”.
Italo “soffriva molto per la morte di Roberta, ripeteva: ‘Non capite come mi sento dentro'” ha detto una cugina di Italo. La donna ha fatto riferimento alla campagna, anche “virtuale” che ha “incitato all’odio e armato la mano di Fabio anche lui vittima” arrivando però a un gesto ingiustificabile. “Un fiume di abbrutimento sociale“, sottolinea la donna secondo la quale ci sono “molti responsabili. È stato detto che Italo era strafottente, non era così, lui e Fabio avevano un graffio nell’anima comune”. Se invece di contribuire al clima che si era creato le persone avessero “contribuito a farli incontrare oggi parleremmo di perdono”.
Intanto si terrà in Procura a Vasto lunedì l’incidente probatorio, richiesto dal sostituto procuratore della Repubblica Gabriella De Lucia, per verificare le telefonate fatte e ricevute dal cellulare e per documentare il traffico e i contenuti del computer di Fabio Di Lello. In particolare si vuol scoprire se qualcuno abbia avvertito telefonicamente mercoledì pomeriggio Di Lello mentre era sul campo di calcio ad allenarsi a Cupello, informandolo della presenza di Italo D’Elisa davanti al Drink Bar in via Perth. “In pratica – dice Pompeo Del Re, avvocato della famiglia del giovane assassinato – vogliamo sapere se c’è stato un complice che ha segnalato gli spostamenti del povero Italo. Nomineremo un tecnico per assisterci in questa fase investigativa”.