Questa mattina poco dopo le 8.30 si è udito un boato e poco dopo si sono sviluppate le fiamme e una colonna di fumo si è innalzata dall'isola numero 7. L'impianto raffina il greggio per cui è composto da impianti distillazione e desolforazione
L’ultimo incendio si era verificato il 1 dicembre scorso. Ma anche oggi, come riporta La Provincia Pavese, si è verificato un incidente nella raffineria Eni di Sannazzaro de’ Burgondi. Il terzo in meno di un anno. Da tempo i sindacati denunciano che esiste pericolo per chi lavora nello stabilimento. (Foto da Facebook)
Questa mattina poco dopo le 8.30 si è udito un boato e poco dopo si sono sviluppate le fiamme e una colonna di fumo si è innalzata dall’isola numero 7. L’impianto raffina il greggio per cui è composto da impianti distillazione e desolforazione. L’incidente, secondo La Provincia, si è verificata all’impianto di desolforazione. Come previsto dal protocollo in comune si è riunita l’unità di crisi con la Protezione civile. Il sindaco, che attende una comunicazione da Eni, ha allertato l’Arpa. Sul posto i carabinieri e i vigili del fuoco interni all’impianto. L’incendio è stato domato dai pompieri. Sul posto è arrivata anche una squadra dal comando provinciale di Pavia, ma solo per precauzione. Non è scattato alcun allarme esterno e i danni sembrano contenuti. Non risultano feriti.
#firetecnology #SannazzaroB sotto controllo. Arpa Lombardia sul posto per verifiche. Evento meno esteso della volta precedente.
— PCProvAL (@PCProvAL) 5 febbraio 2017
La società in una nota fa sapere che “non si sono verificati danni alle persone né si stimano impatti sull’ambiente. Il team di emergenza Eni ha subito messo in atto le misure di sicurezza necessarie in casi del genere e i vigili del fuoco della raffineria sono intervenuti tempestivamente spegnendo il focolaio. Sono in corso accertamenti per accertare le cause dell’incendio”. L’Arpa Lombardia fa sapere: “Il Gruppo specialistico contaminazione atmosferica di Arpa sta installando un nuovo campionatore ad alto volume a Galliavola, che si trova a Ovest dell’impianto, lungo la direzione del vento prevalente, in aggiunta a quelli già presenti a Dorno e a Pieve Albignola”.
Quando si era verificato l’incidente a dicembre erano partite le proteste degli ambientalisti: “Troppe raffinerie nel nostro Paese subiscono incidenti rilevanti che pongono con urgenza la necessaria apertura di un’inchiesta su tutto il territorio nazionale per verificare l’applicazione della direttiva Seveso, del corretto funzionamento degli impianti e delle autorizzazioni integrate ambientali rilasciate” aveva dichiarato Angelo Bonelli dei Verdi che aveva aggiunto: “Il grave incidente di oggi alla raffineria Eni di Sannazzaro si era già verificato per ben due volte alcuni mesi fa, 2 e 6 luglio 2016, a tal punto che i sindacati avevano denunciato l’assenza di efficaci presidi di sicurezza in ogni area produttiva dell’impianto per carenza di organici”.