img-20170202-wa0004“Noi campiamo grazie alle bestie. Siamo costretti a gettare litri e litri di latte” – La prima cosa che ci tengono a precisare, questi allevatori, è che quella del bestiame non è affatto una questione da animalisti. “Noi col latte delle vacche e la carne dei maiali ci campiamo, letteralmente. Non abbiamo altra fonte di reddito”. A parlare così è Katia, 39 anni, che insieme a suo marito vive ad Accumoli. Ci vive ancora, nonostante il terremoto e la neve, e lo fa per lavoro, oltreché per l’attaccamento alla sua terra. Insieme alla sua famiglia, Katia gestisce un’azienda agricola. E offre subito un esempio di contabilità spicciola così, dice, “capiamo di cosa parliamo quando parliamo di allevatori disperati”.

“Se a me oggi crolla una stalla con dentro 10 vacche, io so già che a fine anno avrò 20mila euro di entrate in meno. E non posso in alcun modo recuperarle, né ammortizzarle. Perché non posso chiedere ai miei maiali di ingrassare meglio, per farmi recuperare i soldi che ho perduto”. Ciò che più ha colpito Katia, in queste ultime settimane, è stato vedere tanti suoi amici, allevatori pure loro nelle varie frazioni di Accumoli, gettare per terra litri e litri di latte fresco. Tra loro c’è anche Roberto, 65enne del luogo, che spiega: “Il problema è anche quello della filiera della distribuzione, che si è interrotta. Io le vacche sono costretto a mungerle ogni mattina, sennò stanno male: ma che me ne faccio, di tutto quel latte, se a causa delle strade interrotte non posso consegnarlo a chi lo rivende?”.

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