“Aiuti che non tengono conto delle nostre necessità” – Mario ha 60 anni, ed è nato e cresciuto ad Accumoli. Dopo aver cominciato a lavorare in un’impresa edile di Ascoli, nel 1981 ha deciso di tornare sui campi. Ha fondato un’azienda agricola che fino ad oggi è sempre cresciuta: “Il nostro vanto è fare un allevamento di qualità”, afferma orgoglioso, mentre spiega di essere stato tra i primi, nel Lazio, a puntare all’epoca sul biologico e sulla riscoperta di suini in via d’estinzione: “Il maiale nero brado è oggi la nostra specialità. Non a caso riforniamo anche la sede romana di Eataly”.
Il terremoto del 24 agosto a Mario ha danneggiato una stalla; quello del 18 gennaio, unito alla neve, gliel’ha distrutta. Sotto le macerie sono morte 3 vacche e 60 tra pecore e capre. “A settembre scorso avevamo prospettato alla Regione una soluzione concordata che ci consentisse di ricostruirci in modo autonomo la stalla. Ma la nostra richiesta non era in linea con le linee imposte dalla Protezione civile, e quindi siamo rimasti in attesa di una soluzione calata dall’alto”. Che però non è mai arrivata. “Il paradosso – prosegue Mario – è questo: ci si impedisce di avanzare proposte alternative a quelle previste nei piani generali stilati a Roma. Al contempo, però, la burocrazia rende queste strategie istituzionali lente e inefficienti. E anche poco convenienti per la collettività. Alcune stalle sono risultate inagibili perché avevano danni lievi, soprattutto ai tetti. Avremmo potute ripararcele da soli, chiedendo poi i contributi, ma ci è stato detto di aspettare le tensostrutture”.