Il gip Caterina Salusti ha convalidato l’arresto del 34enne, rinchiuso nel carcere di Vasto con l’accusa di omicidio volontario premeditato per aver sparato tre colpi di pistola contro Italo D’Elisa, che lo scorso luglio aveva investito la moglie Roberta. Il procuratore capo di Vasto: "Il ragazzo andava a 62 km/h in una squadra con limite a 50 km/h. Non aveva precedenti e non era sotto effetto di alcol o droga"
Il gip Caterina Salusti ha convalidato l’arresto di Fabio Di Lello, rinchiuso nel carcere di Vasto con l’accusa di omicidio volontario premeditato per aver sparato tre colpi di pistola contro Italo D’Elisa, che lo scorso luglio aveva investito la moglie Roberta. Ieri mattina il 34enne si era avvalso della facoltà di non rispondere, ma agli avvocati aveva detto che si sentiva sfidato dal ragazzo. Oggi Corriere e Repubblica riportano le dichiarazioni dei genitori dell’uomo sulla loro volontà di far ricoverare il figlio che ormai soffriva di depressione. Nella casa circondariale di Torre Sinello si alternano a fargli visita gli avvocati difensori, Giovanni Cerella e Pierpaolo Andreoni. Dicono che il panettiere sta male, alterna lunghi silenzi a interminabili momenti di pianto. “Anche questa mattina sono andato. Ancora una volta ci siamo abbracciati – racconta Andreoni – Ha bisogno di calore umano”. Di Lello è in isolamento ed è guardato a vista dagli agenti della polizia penitenziaria. Gli sono stati consegnati alcuni libri presi dalla biblioteca del carcere. Uno di questi è “L’uomo che sussurrava ai cavalli”, romanzo di Nicholas Evans.
Di Lello era ossessionato dal fatto che D’Elisa fosse libero e chiedeva giustizia, ma il 22enne al momento dell’incidente non era né ubriaco né drogato. “In meno di 110 giorni abbiamo fatto l’avviso di conclusione dell’indagine. In meno di quattro mesi è stata avanzata la richiesta di rinvio a giudizio. L’udienza preliminare si terrà il 21 febbraio. Non bisogna confondere giustizia con giustizialismo” ha detto a L’Arena su Rai 1, Giampiero Di Florio, procuratore capo di Vasto, in provincia di Chieti. “La velocità dell’auto di D’Elisa il primo luglio scorso non era eccessiva: il ragazzo andava a 62 km/h in una squadra con limite a 50 km/h. Non aveva precedenti e non era sotto effetto di alcol o droga”, ha aggiunto il procuratore. “Non c’erano sensazioni strane in città. La pistola acquistata da Di Lello? Chi è titolare di un porto d’armi può andare al poligono a sparare. Sono sicuro che tutti gli adempimenti amministrativi sono stati fatti”. Di Lello ha sparato al giovane con una calibro 9 legalmente detenuta. “I magistrati non vanno in giro come Walker Texas Ranger. Nessuna notizia di reato di minacce” di Fabio Di Lello a Italo D’Elisa “è arrivata in Procura per suggerire una maggiore attività preventiva per giungere a quella repressiva” ha replicato Di Florio.