Giovane, ricca, oxfordiana e manager. Ma cosa ci facevano quei due proiettili calibro 7.62, utilizzabili anche da un kalashnikov, nel bagaglio a mano di una cittadina saudita che stava per lasciare l’Italia dall’aeroporto “Marco Polo” di Venezia? E’ una settimana che gli investigatori della Digos diretti da Daniele Calenda e coordinati dal procuratore aggiunto antiterrorismo Adelchi D’Ippolito, stanno cercando di risolvere il rebus di una signora araba, elegante, disinvolta, senza precedenti penali, che si fa beccare dal metal detector nel modo più banale del mondo, in un momento in cui gli scali di tutta Europa hanno alzato l’attenzione, temendo attentati. Per il momento una risposta non è stata trovata, anche se gli spunti investigativi sono numerosi.
Abdulle Asma Mohamad ha trentadue anni e quando si è presentata al controllo bagagli stava arrivando da Treviso, dove abita un fratello. La sua non è una famiglia qualsiasi, perché il padre Abu Taleb Mohamad è un imprenditore saudita importante nel settore delle costruzioni, che ha cominciato a fare affari in Italia quando ha rilevato a Fagarè di San Biagio di Callalta, in provincia di Treviso, ciò che rimaneva della Panto, la società che fu leader nella realizzazione di infissi. Morto nel 2006 il titolare Giorgio Panto, che aveva dato vita a un piccolo impero economico e che politicamente, dopo un’esperienza nella Lega Nord aveva fondato il movimento Progetto Nordest, la società era entrata in crisi. I sauditi erano arrivati con i loro capitali. È per questo che il fratello di Asma risiede in Veneto e riceve saltuariamente la visita della sorella.
La donna si è laureata a Oxford, seguendo una consuetudine dei ricchi arabi che mandano i loro rampolli a studiare nelle migliori università europee. Non ha nulla di sospetto o che faccia pensare a collegamenti con gruppi terroristici. Eppure quei proiettili l’hanno condotta prima nel carcere femminile della Giudecca a Venezia, poi agli arresti domiciliari in un grande appartamento di Treviso. Altrimenti non sarebbe stato possibile concedere la misura alternativa al carcere in assenza di un domicilio. Il fermo per detenzione di munizioni da guerra è stato confermato all’inizio della settimana dal giudice per le udienze preliminari Alberto Scaramuzza. Anche perché ci sono parecchi aspetti da chiarire in questa storia piuttosto indecifrabile.
Davanti al magistrato Asma si è giustificata spiegando che era arrivata a Treviso il 19 gennaio. Da Riad aveva fatto scalo a Parigi dove si era fermata alcuni giorni e il bagaglio, che era stato imbarcato nella stiva, era andato smarrito. Gli era stato recapitato il giorno successivo in un albergo a Treviso. I proiettili erano nella borsa del computer, che non avrebbe aperto fino a quando era arrivata in aeroporto. Insomma, i gingilli bellici potrebbero essere stati inseriti nella borsa da qualcun altro. Questa la tesi sostenuta anche dagli avvocati difensori Francesco Stilo di Treviso e Marco Florit di Udine, che hanno ottenuto i domiciliari considerando anche che la donna è incensurata e non rientra in alcuna lista di persone sospette. Eppure nel suo cellulare, come era emerso al momento dell’arresto, era contenuta la foto di una donna con il velo, un kalashnikov in mano e la scritta “Allah Akbar”, “Allah è grande”. Spiegazione: “L’ho ricevuta via Instagram due anni fa ed era riferita a un articolo on line”.
La spiegazione non ha convinto del tutto perché Asma, in un primo tempo, ai doganieri aveva detto che il bagaglio lo aveva preparato lei, escludendo possibili interferenze da parte di estranei. Ma se soltanto uno sprovveduto si porta in giro per il mondo due proiettili, sapendo che i metal detector non perdonano, c’è molto da scavare. Verranno analizzate tre sim, due turche e una siriana, che erano infilate nella custodia del passaporto. Dotazioni di routine per una donna d’affari, ma che possono svelare incontri e contatti. Anche lo smartphone e il pc portatile verranno passati ai raggi X da parte degli esperti della Polizia Postale. Chi ha incontrato in questi giorni in Europa? Che cosa ha fatto? Ma soprattutto, perché quei due proiettili sono finiti nella sua valigia? Domande avvincenti, degne di una spy story.
Cronaca
Venezia, il mistero dell’ereditiera saudita bloccata in aeroporto con due proiettili di kalashnikov in valigia
Da una settimana gli investigatori della Digos diretti da Daniele Calenda stanno cercando di risolvere il rebus di una signora araba, senza precedenti penali, beccata al metal detector dello scalo veneto. Nella borsa del computer due cartucce utilizzabili anche per caricare un fucile d'assalto. La donna è stata condotta prima nel carcere femminile della Giudecca e poi agli arresti domiciliari in un grande appartamento di Treviso. La sua famiglia ha rilevato la Panto, società che fu leader nella realizzazione di infissi
Giovane, ricca, oxfordiana e manager. Ma cosa ci facevano quei due proiettili calibro 7.62, utilizzabili anche da un kalashnikov, nel bagaglio a mano di una cittadina saudita che stava per lasciare l’Italia dall’aeroporto “Marco Polo” di Venezia? E’ una settimana che gli investigatori della Digos diretti da Daniele Calenda e coordinati dal procuratore aggiunto antiterrorismo Adelchi D’Ippolito, stanno cercando di risolvere il rebus di una signora araba, elegante, disinvolta, senza precedenti penali, che si fa beccare dal metal detector nel modo più banale del mondo, in un momento in cui gli scali di tutta Europa hanno alzato l’attenzione, temendo attentati. Per il momento una risposta non è stata trovata, anche se gli spunti investigativi sono numerosi.
Abdulle Asma Mohamad ha trentadue anni e quando si è presentata al controllo bagagli stava arrivando da Treviso, dove abita un fratello. La sua non è una famiglia qualsiasi, perché il padre Abu Taleb Mohamad è un imprenditore saudita importante nel settore delle costruzioni, che ha cominciato a fare affari in Italia quando ha rilevato a Fagarè di San Biagio di Callalta, in provincia di Treviso, ciò che rimaneva della Panto, la società che fu leader nella realizzazione di infissi. Morto nel 2006 il titolare Giorgio Panto, che aveva dato vita a un piccolo impero economico e che politicamente, dopo un’esperienza nella Lega Nord aveva fondato il movimento Progetto Nordest, la società era entrata in crisi. I sauditi erano arrivati con i loro capitali. È per questo che il fratello di Asma risiede in Veneto e riceve saltuariamente la visita della sorella.
La donna si è laureata a Oxford, seguendo una consuetudine dei ricchi arabi che mandano i loro rampolli a studiare nelle migliori università europee. Non ha nulla di sospetto o che faccia pensare a collegamenti con gruppi terroristici. Eppure quei proiettili l’hanno condotta prima nel carcere femminile della Giudecca a Venezia, poi agli arresti domiciliari in un grande appartamento di Treviso. Altrimenti non sarebbe stato possibile concedere la misura alternativa al carcere in assenza di un domicilio. Il fermo per detenzione di munizioni da guerra è stato confermato all’inizio della settimana dal giudice per le udienze preliminari Alberto Scaramuzza. Anche perché ci sono parecchi aspetti da chiarire in questa storia piuttosto indecifrabile.
Davanti al magistrato Asma si è giustificata spiegando che era arrivata a Treviso il 19 gennaio. Da Riad aveva fatto scalo a Parigi dove si era fermata alcuni giorni e il bagaglio, che era stato imbarcato nella stiva, era andato smarrito. Gli era stato recapitato il giorno successivo in un albergo a Treviso. I proiettili erano nella borsa del computer, che non avrebbe aperto fino a quando era arrivata in aeroporto. Insomma, i gingilli bellici potrebbero essere stati inseriti nella borsa da qualcun altro. Questa la tesi sostenuta anche dagli avvocati difensori Francesco Stilo di Treviso e Marco Florit di Udine, che hanno ottenuto i domiciliari considerando anche che la donna è incensurata e non rientra in alcuna lista di persone sospette. Eppure nel suo cellulare, come era emerso al momento dell’arresto, era contenuta la foto di una donna con il velo, un kalashnikov in mano e la scritta “Allah Akbar”, “Allah è grande”. Spiegazione: “L’ho ricevuta via Instagram due anni fa ed era riferita a un articolo on line”.
La spiegazione non ha convinto del tutto perché Asma, in un primo tempo, ai doganieri aveva detto che il bagaglio lo aveva preparato lei, escludendo possibili interferenze da parte di estranei. Ma se soltanto uno sprovveduto si porta in giro per il mondo due proiettili, sapendo che i metal detector non perdonano, c’è molto da scavare. Verranno analizzate tre sim, due turche e una siriana, che erano infilate nella custodia del passaporto. Dotazioni di routine per una donna d’affari, ma che possono svelare incontri e contatti. Anche lo smartphone e il pc portatile verranno passati ai raggi X da parte degli esperti della Polizia Postale. Chi ha incontrato in questi giorni in Europa? Che cosa ha fatto? Ma soprattutto, perché quei due proiettili sono finiti nella sua valigia? Domande avvincenti, degne di una spy story.
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".