Veronica Nolte, 25enne milanese, quattro anni fa si è trasferita negli Stati Uniti. Vive e Brooklyn e passa le sue giornate a cercare casting e provini. "Qui la concorrenza è tantissima, ma le opportunità sono mille volte di più”. E della patria d'adozione ci si può anche innamorare. "I giovani sono uniti da un solo scopo: avere successo facendo ciò che si ama veramente"
Se siete passati da New York forse l’avete vista recitare, perché lei, Veronica Nolte, è una dei tanti italiani emigrati all’estero in cerca di fortuna. E’ un cervello in fuga, o “un cuore in fuga”, per citare la sua definizione. Perché “gli attori vivono di emozioni e il cuore è importante quanto il cervello”. Qualche anno fa ha lasciato l’Italia “perché è difficile credere in se stessi in un paese dove la gente ti chiede ancora ‘che lavoro fai veramente?’”. Milanese d’origine e americana d’adozione, Veronica, 25 anni, la sua carriera l’ha iniziata a Roma, quando la passione per la recitazione l’ha portata a frequentare l’Accademia Teatrale di Roma Sofia Amendolea. “Poi, durante l’ultimo anno mi è stato proposto, quasi per caso, di fare un provino per la scuola di cinema New York Film Academy. Mi sono presentata e gli sono piaciuta, mi hanno anche offerto una borsa di studio, e così mi sono fatta coraggio e ho percorso il lungo passo verso la Grande Mela. Dopo quattro anni penso ancora di avere fatto la scelta giusta”.
Certo, lavorare in Italia le sarebbe piaciuto, e non è escluso che Veronica un giorno possa tornare. “Milano è la mia casa, cerco sempre di rientrare almeno per le feste, e ogni volta che lo faccio vengo travolta da un senso di nostalgia che quasi non vorrei più ripartire. Ma poi penso che se non fossi andata via probabilmente sarei ancora a Roma, avrei formato una compagnia teatrale tutta mia come molti dei vecchi compagni di accademia hanno coraggiosamente fatto, e so che non avrei trovato altrettante possibilità lavorative quante se ne trovano a New York. E’ vero, la concorrenza è tantissima, ma le opportunità qui sono mille volte di più”.
La sua vita a New York per certi aspetti ricorda quella di Penny, il personaggio della fortunata serie televisiva The Big Bang Theory interpretato da Kaley Cuoco. Sempre di corsa, di provino in provino. Ma per Veronica gli ingaggi non mancano. “Ormai mi sono abituata bene alla quotidianità americana, passo le giornate a cercare ruoli sui vari siti di casting e a fare provini. Vivendo a Brooklyn ho dovuto imparare velocemente a calcolare i lunghi tempi necessari a raggiungere un qualsiasi punto della città, ma questo non è un fastidio, paradossalmente è proprio la metropolitana il luogo dove riesco a concentrarmi meglio per studiare un personaggio”. A parte conquistata, quindi, iniziano le prove dello spettacolo o del cortometraggio, “e poi nell’arco di un mese si ricomincia tutto da capo. New York è così, sempre in movimento”.
Perciò alla fine con la nostalgia s’impara a conviverci. “Perché se ripenso all’Italia ripenso ai miei amici, molti dei quali hanno perso la fiducia in loro stessi a causa dello scenario attuale. E’ triste, ma la situazione purtroppo è questa: non ci sono possibilità. Non ci sono più nemmeno le fantomatiche porte da sbattere in faccia ai giovani”. Veronica oggi fa parte della Drilling Company di New York, una delle compagnie shakespeariane più conosciute in città, e presto porterà in scena diversi spettacoli del Bardo a Bryant Park. “Un mio sogno nel cassetto è quello di recitare sui palchi di Broadway, e magari finire sul grande schermo. Al momento mi sto dedicando a un’altra mia grande passione, YouTube, dove ho aperto da poco il mio canale, Vero Z, dedicato al cinema e alla tv, che mi sta già dando grandissime soddisfazioni”.
E della patria d’adozione, assicura, ci si può anche innamorare. “New York è il melting pot per eccellenza, dove incontri persone provenienti non solo da tutta l’America, ma da ogni parte del mondo, e personalmente adoro avere a che fare con ragazzi e ragazze, completamente diversi tra loro, ma uniti dallo medesimo scopo: avere successo facendo ciò che si ama veramente”. A guardarsi indietro, quindi, un consiglio per chi, come lei, sta pensando di costruirsi un futuro al di là dei confini nazionali, ce l’ha: “Non arrendetevi. La concorrenza è spietata e non sempre vi sembrerà di avere fatto la scelta giusta, ma anche se alla fine deciderete di lasciare l’Italia non vuol dire che la vita per voi sarà solo in discesa. Soprattutto per chi desidera lavorare nel mio stesso campo”.