Sinceramente non ci credevo. O meglio, sono sempre stato un po’ prevenuto nei confronti del musical. A parte rare eccezioni, è un genere che poche volte mi ha coinvolto emotivamente. Mi sono divertito con The Blues Brothers, The Rocky Horror Picture Show, Grease. Ho apprezzato, scoprendoli con anni di ritardo per motivi anagrafici, West Side Story e Singing in the rain. Ma confesso: la LaLaLandmania ha contagiato anche me. Sono anch’io tra quelli che da giorni hanno in testa “City of stars” e si svegliano al mattino canticchiando “Another day of sun”. Che dire?

Si parla tanto della prima scena del film, un piano sequenza corale che vede impegnate centinaia di comparse sincronizzate nei movimenti e nella musica in modo armonioso e perfetto da lasciare senza fiato. E fin qui tutti contenti. Il tripudio di colori e note musicali convincono anche i più scettici. Ma la trama vira ben presto sulla via del romanticismo, provocando i mal di pancia dei più spietati detrattori. E qui, a mio avviso, parte la bellezza dell’opera di Damien Chazelle. Ne parlavo giorni fa con un’amica: spesso si commette l’errore di bollare come leggere e insignificanti questo genere di pellicole, dimenticando che un film si può benissimo amare anche per la sua lievità, per la delicatezza che riesce a trasmettere, per la grazia con la quale racconta una storia. E se tutti questi elementi toccano le nostre corde, allora il film ha fatto centro. Tutto qui. Il cinema è anche questo.

Sia chiaro, non voglio convincere nessuno ad apprezzare La La Land. Semplicemente osservo che nella vita ci sono momenti in cui un film, come una canzone o un libro, arriva involontariamente al momento giusto per scuoterti o per indicarti la strada giusta da seguire. Ecco. A me è successo con La La Land. Quindi cari miei, e mi rivolgo agli annoiati del film, siate meno rigidi, ve lo scrivo con affetto. Non fatevi condizionare dal chiacchiericcio sui 7 Golden Globe, sulle 14 candidature agli Oscar, meritate o meno. Chi se ne frega di quei bla bla land inutili e sterili. Abbandonatevi alle onde del jazz e al desiderio di emozionarvi, di innamorarvi e di lasciarvi andare… senza vergognarvi delle vostre fragilità.

Aprite il cuore e provate a confrontarvi con la parte di voi stessi più intima e sognatrice. Per gustare a pieno un film come questo basta fare un piccolo sforzo. Coraggio!

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