In coda sotto la pioggia dalle prime luci dell’alba per ottenere un sussidio. Ad Atene non c’è solo il ritorno del dibattito sulla Grexit con possibili elezioni anticipate a primavera, ma scene di ordinaria crisi sociale. Questa mattina una lunga coda nel quartiere di Agios Kostantinos è stata immortalata dai tg.
“E’ la peggiore umiliazione che possa capitare ad un uomo per 200 euro“, ha detto un cittadino, in fila tutti i giorni dalle 5 del mattino e che ha “abbandonato” ogni speranza perché la sua pratica non può essere evasa. Il sistema elettronico non funziona, e anche se l’operatore deve informare i cittadini di passare un altro giorno, decine di persone sono ancora lì in attesa, tra spintoni e disperazione. Proprio non ci stanno a mollare forse l’unico diritto rimasto tale nel paese, anche se così svilito.
Il sito internet del ministero in cui dovevano essere inserite le richieste ha ricevuto due milioni di visite nel giorno di apertura, andando in tilt, per cui lo scorso 1 febbraio solo 53.000 domande sono state depositate sulle 700.000 complessive previste. Tra l’altro non esiste alcun sistema di priorità per anziani, donne in gravidanza e disabili in coda, così alcuni cittadini dopo il disappunto dei primi giorni hanno stampato arbitrariamente numeretti per tentare di dare un ordine alla fila sotto la pioggia. Chi non ha un lavoro in Grecia è anche automaticamente senza previdenza, ad oggi circa un quarto della popolazione totale.
Si giustifica il vice ministro per la Solidarietà sociale Theano Fozio: troppi accessi (circa settemila al minuto) hanno causato il blocco del portale e annuncia un miglioramento della capacità del gestionale. Ma la gente in coda è in preda ad una crisi di nervi, e si chiede come mai, nonostante il governo fosse a conoscenza dell’alto numero di richiedenti, nessuno abbia previsto una maxi affluenza di questo tipo con un potenziamento del server e servizi paralleli, come un servizio di assistenza per disabili o malati.
Intanto l’Athens Medical Association denuncia che l’ente Eopyy dedicato al servizio sanitario nazionale avrebbe in programma di chiedere l’indicazione del tempo di aspettativa di sopravvivenza del paziente per completare la prescrizione di alcuni farmaci nel sistema di prescrizione elettronica. Un’indiscrezione che ha provocato la forte protesta dei medici che definiscono la direttiva “umanamente inaccettabile” e ne chiedono il ritiro immediato al ministro della Salute.
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