“Un sistema organizzato e consolidato, caratterizzato dalla reiterazione quasi spasmodica degli illeciti”. Il gip di Cosenza Giuseppe Greco ci va pesantissimo nelle conclusioni dell’ordinanza di custodia cautelare dell’operazione “All Walking” che ha portato alla sospensione per un anno di due medici, un capo infermiere e un ausiliario in servizio negli uffici di Rogliano dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza.
Su richiesta del procuratore Mario Spagnolo, inoltre, per altre 14 persone tra, medici, dirigenti e personale amministrativo, è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Nelle carte dei carabinieri sono finiti ben 725 episodi di assenteismo per un ammanco di 1500 ore. Il tutto nei soli mesi che vano dal marzo al settembre 2015 quando gli indagati timbravano il cartellino e poi uscivano dall’ufficio: chi per andare a fare la spesa, chi per giocare alle slot machine e chi per svolgere altre attività lavorative.
“Le modalità e le circostanze dei fatti – spiega il gip motivando la misura cautelare – denotano una spiccata pericolosità sociale degli indagati. Certamente tale da rendersi assai probabile la reiterazione di analoghi comportamenti delittuosi. Dall’attività di indagine è emerso inequivocabilmente come i predetti (dipendenti dell’Asp, ndr) abbiano posto in essere l’attività delittuosa in modo assolutamente sistematico, discendendone un’impressionante carica di offensività sociale, acuita dal contesto nel quale le condotte si inseriscono, vale a dire in una struttura pubblica istituzionalmente preposta alla cura ed alla salvaguardia di interessi di primario livello costituzionale ed allo svolgimento di funzioni di estrema delicatezza (si pensi all’effettuazione di visite mediche e di interventi sanitaria, al rilascio di documentazione sanitaria).
I magistrati non hanno dubbi sul fatto che “le condotte degli indagati siano il frutto di un vero e proprio del rapporto di lavoro. La singolare spregiudicatezza e disinvoltura dimostrata dagli indagati nel breve lasso di tempo nel quale sono stati svolti controlli, induce a ritenere che analoghe condotte essi abbiano posto in essere sia prima che dopo la chiusura delle indagini preliminari”.
A margine della conferenza stampa tenuta stamattina a Cosenza, il procuratore Mario Spagnolo ha affermato: “Purtroppo in un momento storico in cui la sanità calabrese e cosentina è in grande difficoltà, questi dipendenti pensavano più ai propri fatti personali che alla funzionalità della struttura sanitaria”.
“Noi procediamo per ipotesi di reato, – ha concluso il magistrato – sarà poi il vertice dell’Asp a valutare, secondo le prescrizione della legge Madia, le successive conseguenze. E sarà poi la comunità a dare le sue valutazioni che a noi non spettano. Il nostro compito è quello di far fronte a un’illegalità diffusa nella pubblica amministrazione. Questa è un’indagine e ce ne saranno altre”.