“Mi piace l’idea che le persone passando da piazza Sordello si fermino qui per scoprire che c’è anche una Mantova archeologica. E’ per questo che è nata”. Luisa Ferro, docente di Composizione architettonica e urbana del Politecnico, non ha dubbi.

Con il suo progetto Mantova ha trovato la soluzione al problema della musealizzazione della domus scoperta per caso nel 2006, in un angolo della piazza degli inizi del XIV secolo. Un’area di circa 50 metri quadrati, con un’ampia sala con pavimentazione musiva bianca e bordura a treccia policroma, e un altro ambiente, più piccolo, con mosaico figurato. L’ “antico” inglobato in un’isola delimitata da muri in marmo. Uno scivolo e due brevi scalinate permettono l’accesso ad uno spazio aperto “che vuole evocare la corte dell’antica domus”. Da qui, si passa al modulo successivo, coperto, nel quale sono i resti antichi.

Un’architettura che crea una cesura nella piazza. Inequivocabilmente. Una volumetria che ridisegna i limiti della piazza che per secoli è rimasta il centro della vita politica, mondana e religiosa della città. Un segno architettonico che sottolinea l’aggiunta, piuttosto che minimizzarne l’impatto. Un progetto costato 650mila euro e finanziato dal Comune nel bilancio 2013 con un contributo di 200mila euro della Regione. L’inaugurazione del 25 gennaio l’esito di un’operazione avviata nel 2013, quando il Comune guidato dal sindaco del Pdl Nicola Sodano decise di commissionare alla progettista la valorizzazione della domus.

“Questa architettura non va vista come fine a se stessa ma come un mezzo per la valorizzazione di un bene archeologico. L’interno è bello e suggestivo e vuole evocare la domus, l’esterno si confronta con il contesto con misura. Non sono state fatte scelte eclatanti chiamando magari un archistar o usando materiali attuali, è stata fatta una scelta di discrezione, di arricchimento del patrimonio culturale”. Giuseppe Stolfi della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio prova a spiegare. A rassicurare. Ma sono in molti in città ad essere in disaccordo. Non piace quell’architettura. E’ un oltraggio alla storia di Mantova.

E pensare che la nuova sistemazione avrebbe dovuto sanare una questione che si trascinava da anni. Già perché nel marzo 2010 l’amministrazione guidata dal sindaco de L’Ulivo-Ds Fiorenza Brioni opta per un cubo in acciaio di quattro metri per lato. Insomma un autentico “pugno in un occhio”, peraltro dal costo tutt’altro che esiguo di 400mila euro. Spesa alla quale vanno aggiunti circa 100mila di euro per la gestione di questi anni.

Potrebbe bastare, per guardare con delusione all’intera vicenda della domus. Vicenda nella quale le responsabilità delle diverse amministrazioni che si sono succedute dal 2010 ad oggi si sommano, in un ingiustificabile concorso di colpa, a quella delle due soprintendenze competenti in materia (l’archeologica e l’architettonica). Ma a Mantova sono andati “oltre”. Nel maggio 2012 l’amministrazione Sodano apre un bando per la “riqualificazione del lato sud di piazza Sordello finalizzata alla musealizzazione definitiva della domus romana”. Sembra un segnale positivo. Che non lo sia lo si scopre a novembre dello stesso anno quando viene rese pubblica la graduatoria finale con un’aggiunta. “La commissione giudicatrice è giunta alla conclusione che nessun progettista abbia risposto con piena soddisfazione alle richieste del bandi di gara e, pertanto, pur apprezzando la qualità delle soluzioni progettuali proposte e l’impegno profuso, ha deciso di procedere all’aggiudicazione di tre terzi premi ex aequo”. Insomma, nessun progetto può essere realizzato. Tentativo miseramente fallito. Così a piazza Sordello, dopo i 400 mila euro del 2010 (senza contare i 100mila del 2010-2015) e i 650mila euro del 2017, sembra non esserci pace. La sistemazione continua a non piacere.

La città di Virgilio, capitale della cultura 2016, continua a nascondere sotto un involucro inadeguato al contesto i mosaici della domus, piuttosto che esaltarli. Che abbia ragione chi sosteneva che sarebbe stato preferibile risotterrare quelle meraviglie?

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