Nella notte in Ecuador si giocava la gara decisiva per accedere al tabellone finale della Copa Libertadores. La squadra argentina però si è presentata sul campo dei rivali del Nacional con un'ora e mezza di ritardo e indossando le maglie albicelesti dei giovani colleghi: le loro erano rimaste in aeroporto dopo un problema con il volo. Il calcio però sfugge a ogni regola: vittoria 1-0 e qualificazione raggiunta
Vincere una partita dopo aver perso un aereo, essere scesi in campo con un’ora e mezza di ritardo e aver giocato con divise e scarpini prestati dalla nazionale Argentina Under 20. È l’impresa compiuta dall’Atletico Tucuman nella notte a Quito, in Ecuador, contro i padroni di casa e favoriti del Nacional, in una gara tra l’altro decisiva per la qualificazione al tabellone principale della Copa Libertadores, l’equivalente sudamericano della nostra Champions League.
La premessa – Per prepararsi alla sfida, la squadra argentina decide di passare tutti i giorni precedenti al match a Guayaquil, una località in altura, per abituarsi alle particolari condizioni atmosferiche della capitale ecuadoregna: 2763 metri di altitudine. Come da programma, giocatori e staff dell’Atletico Tucuman si presentano all’aeroporto martedì per prendere il volo charter che gli dovrebbe portare a Quito. Da qui comincia la loro odissea.
Il primo contrattempo – Il volo viene bloccato poco prima della partenza perché privo dei necessari permessi. Dopo una vana attesa di due ore, il presidente del club Mario Leito riesce a far partire la squadra e lo staff tecnico con un aereo di linea. Ma i contrattempi sono appena iniziati. La Conmebol, la federazione sudamericana, prevede un ritardo massimo di 45 minuti per le partite internazionali, dopodiché spetta alla squadra ospitante decidere se concedere un’ulteriore mezz’ora di tempo o chiedere la vittoria a tavolino. Dopo le prime resistenze, il Nacional cede al pressing della federazione e decide di prolungare la sua attesa.
La telefonata – Per l’Atletico Tucuman comincia la corsa contro il tempo. Atterrati all’aeroporto, con un autobus prenotato all’ultimo minuto e scortato dalla polizia, la squadra sfreccia verso lo stadio Atahualpa. I giocatori arrivano alle ore 22, la partita sarebbe dovuta iniziare alle 21.15. A quel punto si accorgono di un altro problema: nel disordine generale, i bagagli con le maglie e tutto il materiale tecnico dell’Atletico Tucuman sono rimasti a Guayaquil. Il colpo di genio di un dirigente salva la situazione: con una telefonata, riesce a farsi prestare le divise e gli scarpini dalla nazionale Under 20 dell’Argentina, presente a Quito per disputare il torneo Sudamericano.
La partita – Con sulle spalle i nomi dei loro giovani colleghi argentini, i giocatori dell’Atletico Tucuman scendono in campo tra gli applausi del pubblico locale che temeva di non poter assistere all’incontro. Il fischio d’inizio alle 22.42. La magia del calcio fa il resto per scrivere un perfetto epilogo: la squadra argentina, grazie al gol firmato da Fernando Zampedri al 63′, vince la partita e si qualifica alla fase finale della Copa Libertadores. “Dio è giusto”, commenta il tecnico del Tucuman, Pablo Lavallen, in un post-partita pieno di polemiche da parte del Nacional, che aveva a lungo sperato di vincere senza neanche dover scendere in campo.