Seduzione e interpretazione. E’ questa la linea in cui ci muoviamo, deve essere questa. Non ce ne sono altre. Passione e calcolo, istinto e ragionamento, e continuando così.
Ma cosa c’è di seduttivo in una fake news? Perché è di questo che stiamo parlando, ‘le notizie false’ (le fregnacce come si dice a Roma, le bufale fatte con o senza scopo di lucro, a volte solo per divertire, per scherzo, per burla, ed escluderei dal discorso invece la propaganda, le teorie del complotto, la macchina del fango e lo stesso stra-abusato termine storytelling che sono un’altra cosa) a cui grandi media e istituzioni pubbliche ora stanno ora facendo guerra.
Una volta si chiamavano bufale, ed è tuttora un termine in uso. Ma come abbiamo visto dentro questo termine viene centrifugato tutto. Che dire per esempio della pubblicità? Delle diete miracolose? Dell’acqua che depura, del dentifricio che smacchia di più, dei carboidrati che fanno male, del bianco che più bianco non si può etc. Godi a leggerlo, godi a vederlo stampato. Sai anche che non è vero, ma ti piace, ci credi. Scegli pillola rossa o pillola blu? Sai che è falsa (la notizia) ma mangi la tua bistecca, serve al tuo cervello, serve ad appagare il tuo palato, i tuoi appetiti primordiali.
L’interpretazione muore davanti alla seduzione, al fascino delle fake news, l’istinto umano non può resistere. La seduzione svuota di senso tutti i temi anche più seri (pensiamo solo alle bufale anti-immigrati), svuota tutto il meccanismo dei media e degli intellettuali (inteso come chi lavora nell’ambito delle opinioni e dell’interpretazione dei fatti).
Arrendetevi! E’ una battaglia già persa in partenza. Contro lo ‘svuotamento di senso’ delle notizie non si può opporre la logica, non si può contrapporre il ragionamento, l’interpretazione è noiosa. Le argomentazioni di chi sta combattendo questa battaglia risultano grigie e stanche. Il ‘racconto affascinante’ seduttivo di una menzogna è senza pari. Si lasciano ‘likare’, ‘sharare’ e commentare in maniera incredibile.
Ma se le fake news esistono, esiste anche un pubblico. Chi è? Viene il sospetto che la guerra non sia verso le fake news, ma verso il loro pubblico. Un mondo giudicato rozzo, basso e infimo, caotico vs un mondo ordinato e gerarchico, razionale.
Ma perché se le bufale sono sempre esistite, si cerca di combatterle solo ora? Facile risposta. Con la nascita dei social network i due mondi culturali (alto e basso, destro e sinistro) che non si sono mai parlati continuano a non parlarsi, ma ora convivono in un’arena comune come ad esempio Facebook e Twitter. E’ nelle bacheche degli utenti che apparirà un autorevole editoriale firmato da un giornalista accreditato come un commento o un post di un perfetto sconosciuto che disquisisce sullo stesso argomento e magari con più fortuna (più share, più like e commenti).
In ogni caso lo scontro si è fatto più violento da quando i social network (ma prima ancora era comparsa Wikipedia) con tutto il loro carico di partecipazione e democrazia ha fatto irruzione nelle nostre vite. E qui sta il problema (non mio) dei media mainstream, delle grandi organizzazioni editoriali, dei sistemi di potere, degli imperi che hanno fondato la loro fortuna sulla gerarchia e sul controllo (pensiamo solamente per un attimo alla gerarchia editoriale di un giornale) e che ora si sentono minacciati. Il mondo invece torna alla sua reale natura, ora possono convivere il senso e il non senso insieme, il vero e il falso sullo stesso piano.
Quindi come distinguere verità e finzione nell’era del “post-post-tutto-e-niente-frullato”? Lo vedremo, magari nel prossimo post.