È arrivato a piazzale Clodio dopo essere rimasto a lungo nell’ufficio del suo difensore. E dopo aver predisposto la sua linea difensiva si è dunque presentato al Palazzaccio per rispondere alle domande dei magistrati. È in corso davanti al procuratore aggiunto Paolo Ielo e al sostituto Francesco Dall’Olio l’interrogatorio di Salvatore Romeo, l’ex capo della segreteria politica del sindaco di Roma, Virginia Raggi 

Insieme con i due magistrati è presente all’atto istruttorio anche l’attuale capo della squadra mobile, Luigi Silipo. L’interrogatorio di Romeo – in origine previsto per martedì ma poi rinviato ad oggi  – si svolge nell’ufficio del pubblico ministero Dall’Olio e verterà su due temi principali. In prima battuta l’ipotesi di abuso d’ufficio contestata a Romeo in concorso con  Raggi per la sua stessa nomina a capo della segreteria politica del Campidoglio. Nomina ordinata da una delibera datata 9 agosto 2016 nella quale però lo stipendio di Romeo non veniva indicato esplicitamente, ma attraverso riferimenti legislativi, che non rendevano immediatamente deducibile la somma. Quell’atto non sarebbe stato passato al vaglio del Gabinetto per verificarne la legittimità: da qui l’ipotesi di abuso contestata a Raggi e Romeo. L’altro argomento da affrontare sarà anche quello delle polizze vita in cui Romeo aveva indicato come beneficiari la stessa Raggi ed anche ad alcuni esponenti del M5S.

“Della polizza stipulata per me da Romeo ho appreso questa sera. Sono sconvolta”, ha detto la sindaca, spiegando di aver appreso dell’esistenza dell’assicurazione solo durante il suo lungo interrogatorio, durato alla fine più di otto ore. “La sindaca così come tutti gli altri beneficiari non erano a conoscenza del mio operato fino a ieri. E voglio anche chiarire che non c’è stata e non c’è alcuna relazione fra me e Virginia Raggi”, ha invece scritto su facebook il funzionario comunale provando a spiegare perché avesse acceso quelle due assicurazioni sulla vita.

Il nodo principale dell’interrogatorio, però, è legato alla sua promozione al vertice della segreteria politica del Campidoglio. Una promozione che come detto è costata un’indagine sia al funzionario che alla prima cittadina.  Subito dopo la vittoria del Movimento 5 Stelle alle amministrative capitoline, infatti, Raggi aveva scelto Romeo per guidare la sua segreteria politica. In quel modo il dipendente si era visto riconosciuto uno scatto alla terza fascia dirigenziale e il suo stipendio si era quasi triplicato passando da 39 mila euro lordi l’anno a 110 mila. La circostanza dello stipendio non indicato in delibera era stata segnalata dall’ex capo di Gabinetto Carla Raineri nell’esposto alla procura di Roma. “L’emolumento – scriveva il magistrato – non era stato esplicitato nel quantum, ma determinato con un rinvio per relationem a categorie contrattuali di non immediata percezione. Ciò non ha indotto gli assessori a una particolare attenzione. In realtà il dottor Romeo acquisiva tout court funzioni dirigenziali mai ricoperte in precedenza”.

Raineri aveva sottolineato anche che “la delibera è stata portata in giunta senza essere prima passata al vaglio del Gabinetto, come avviene di norma per un esame di legittimità”. In ogni caso, dopo le furiose proteste interne al Movimento, Raggi aveva decurtato lo stipendio di Romeo fino a 93 mila euro all’anno, cifra quasi identica ai 90 mila euro di Enzo Foschi quando il sindaco era Ignazio Marino. Nel frattempo, anche l’Autorità anticorruzione di Raffaele Cantone si era occupata della nomina su richiesta della stessa Raggi. Cantone, in una risposta di due pagine inviata il 7 settembre, aveva definito come “legittimo” lo stipendio di Romeo invitando però l’amministrazione ad adottare, nella retribuzione dei contratti a tempo determinato, “criteri di ragionevolezza e buon andamento”.

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