Uno schema collaudato sul palco. Sbruffoni e irriverenti uno lancia la frase generica e incalza, l’altro affonda con il dubbio comico e fa una pausa, di nuovo il primo rilancia, e di nuovo la risposta comica che accumula l’attesa della battuta finale. Funzioni intercambiabili, anche se Paolo sembra più la spalla seria, e Luca lo smargiasso e parolacciaro
Per parlare di Luca&Paolo, o Paolo&Luca, come li appellava urlante e divertita Alessia Marcuzzi a Le Iene, bisogna iniziare dai Cugini Merda. Quello sketch musicale di assoluto pregio con cui i due comici genovesi hanno deliziato parecchi spettacoli teatrali, di cabaret e perfino la tv. “Siamo i cugini Merda, siamo canaglie che si vinca o che si perda”, fa il ritornello echeggiando l’essenza della loro vis comica. Poi ancora sui quei cognomi cancellati che nessuno ricorda: “Mi chiamo Paolo e sono armeno. Il mio cognome non lo impara mai nessuno. Quindi chiamatemi soltanto Paolo Merda perché questo ciò che sono mi dispiace ma è così. Io sono Luca la merda intera, se sono in vena rompo da mattina a sera”. Ecco allora l’ennesimo svelamento dei cognomi invisibili: Paolo Kessisoglu (eh, cosa?) e Luca Bizzarri (ah ecco Bizzarri, facile, me lo ricordo). Invece, niente. Luca e Paolo, Paolo e Luca. Uno schema collaudato sul palco. Sbruffoni e irriverenti uno lancia la frase generica e incalza, l’altro affonda con il dubbio comico e fa una pausa, di nuovo il primo rilancia, e di nuovo la risposta comica che accumula l’attesa della battuta finale. Funzioni intercambiabili, anche se Paolo sembra più la spalla seria, e Luca lo smargiasso e parolacciaro. Fin dall’epoca dei Cavalli Marci, poi colonna portante del programma tv Ciro, Paolo&Luca hanno costruito il loro sketch classico con deviazioni di cronaca, come quando Luca diventa Bin Laden e Paolo il suo traduttore simultaneo, anche se lo sceicco parla un bel genovese schietto. Scuola genovese dei Grillo e Villaggio, corrosiva e caustica, ma là dove un Crozza si perde con un pistolotto politico (terrificante quello di alcune ore fa a Sanremo davanti a Conti e De Filippi), Luca&Paolo affondano e si gettano platealmente nel cuore del problema. Ricordate quando con Gianni Morandi conducono Sanremo, è il 2011, e scendono in platea a salutare i consiglieri Rai. Morandi srotola un linguone enorme, Paolo temporeggia, Morandi ringrazia Mediaset perché gli ha concesso il duo ed è stato “biaprtisan” e Luca interviene a chiudere urlando: “ma che bipartisan, e chi se ne frega. Io dico e faccio quel cacchio che mi pare”.
Dopo le prime apparizioni tv negli anni ’90 la loro popolarità è inarrestabile. Il cinema, si legga Beppe Caschetto che tutto può anche in tv, se li prende e li riconsegna impacchettati in E allora Mambo!(1999, dove c’è pure la Littizzetto) e nel più moscetto Tandem (2000). Ma è la tv a lanciare definitivamente i due ragazzi. Ed anche se a noi piacque tantissimo il programma MTV Trip, creatività vintage e dialoghi a briglia sciolta on the road per Luca e Paolo su una Fiat 130, relegato però in archivio per insuccesso di pubblico, il duo genovese si afferma su Italia1 con Le Iene dal 2001 fino al 2012 con in mezzo la partecipazione al Festival morandiano. Ritentano il cinema con E se domani (2005), si mescolano con altri colleghi della risata nella mini saga di Immaturi, anche se il meglio lo danno nella sit-com davvero esilarante e anarchica di Camera Café.
Paolo, 46 anni, dal giugno 2003 è sposato con la giornalista Sabrina Donadel ha una figlia, la piccola Lunita Maria. Luca, 45 anni, è sempre in procinto di sposare la 24enne fidanzata Ludovica Frasca, velina di Striscia la Notizia, e si distingue molto nel twittare online, con particolare attenzione verso Maurizio Gasparri, che non gli risparmia incomprensibili risposte sempre in 140 caratteri. Eppure c’è qualcosa che ancora manca nella carriera del duo, iniziata nei teatri liguri con qualche decina di spettatori a ridere a crepapelle, e finita moltiplicata per mille sugli schermi tv. Speriamo che non si sia rotto qualcosa tra i due, che ci sia ancora la possibilità di un rilancio nell’alchimia comica. Sarà Sanremo 2017 (faranno meglio di Cirilli & Co.? Non ci vuole molto, quindi viene da pensare di sì), un film, o chissà un tour teatrale magari registrando gli spostamenti tra una città e l’altra mentre guidano una Fiat 130?