Uno degli “orrori del Novecento”, “una strage di italiani” che si accompagnò “alle sofferenze di decine di migliaia di famiglie costrette ad abbandonare case e lavoro nella zona di Trieste, in Istria, a Fiume e nelle coste dalmate” che costituisce “parte della nostra storia”. E’ così che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricorda la tragedia delle foibe, in occasione della Giornata del Ricordo delle foibe che si celebra il 10 febbraio. “L’Italia – ha aggiunto il capo dello Stato – con la sua accoglienza, ha testimoniato con forza ai propri Concittadini, originari delle terre del “confine orientale” e vittime delle dure conseguenze del conflitto mondiale, la solidarietà e la vicinanza alla tragedia che hanno subito”. Mattarella oggi era in visita istituzionale a Madrid e la sua assenza alle cerimonie ufficiali ha provocato la reazione delle destre, in particolare della presidente dei Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e il segretario della Lega Nord Matteo Salvini. “L’Europa della pace, della democrazia, della libertà, del rispetto delle identità culturali – è il senso del messaggio del presidente – è stata la grande risposta agli orrori del Novecento, dei quali le foibe sono state una drammatica espressione. Un impegno che, a 70 anni dal trattato di pace che mise fine alla tragica guerra scatenata dal nazifascismo, non può venire mai meno per abbattere per sempre il fanatismo, padre della barbarie e della crudeltà che si nutrono dell’odio”.
“Il vostro ricordo è il nostro ricordo, il vostro dolore è il nostro dolore” ha detto ai rappresentanti degli esuli istriani, fiumani e dalmati intervenuti alla Camera la presidente Laura Boldrini. La tragedia delle foibe e il dramma degli esuli sono “ferite che non possono rimarginarsi completamente – ha aggiunto il presidente del Senato Piero Grasso – Bisogna approfondire per comprendere le dimensioni dell’orrore che toccò i nostri connazionali; bisogna soprattutto ricordare per dare dignità a chi fu vittima di quelle violenze”. E oltre al ricordo, prosegue Grasso, è fondamentale continuare a impegnarsi affinché emerga la verità: da un lato, per gli stati ex-jugoslavi, è stato necessario riconoscere il calvario patito dagli italiani e le brutalità delle più spietate fazioni titine nei loro confronti; noi, invece, dobbiamo continuare ad elaborare una severa riflessione sulle colpe del fascismo, sui crimini e sulle sofferenze inflitte alla minoranza slovena e croata negli anni bui della dittatura”.
Salvini: “Silenzio delle tv”. Meloni: “Assenza delle istituzioni consente negazionismo”
A criticare come i media non abbiano dato spazio, a suo dire, al Giorno del ricordo è Matteo Salvini che sul proprio profilo Twitter ha scritto del “vergognoso silenzio di quasi tutte le tivù e i giornali, e da sempre di troppe scuole e università, ma noi non dimentichiamo. #FOIBE“.
VERGOGNOSO SILENZIO oggi di quasi tutte le tivù e i giornali, e da sempre di troppe scuole e università, ma noi non dimentichiamo. #FOIBE pic.twitter.com/mQqOnAJUiK
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 10 febbraio 2017
Salvini ha partecipato con la Meloni alle cerimonie organizzate a Trieste dal Comune, in particolare all’appuntamento al monumento nazionale della foiba di Basovizza.
Il tema del negazionismo sulle ricostruzioni storiche legate all’esodo giuliano-dalmata e le vittime delle foibe è riecheggiato stamani alla cerimonia organizzata dal Comune di Trieste al monumento nazionale a Basovizza, dove hanno partecipato anche i leader di Lega Nord e Fratelli d’Italia. “Penso che sia anche l’assenza delle istituzioni e delle massime cariche dello Stato che consente a qualcuno di negare quello che è accaduto sul nostro confine orientale” ha ribadito la Meloni riferendosi alle più alte cariche dello Stato. Il tema del negazionismo è stato ripreso anche durante l’intervento del vescovo di Trieste Giampaolo Crepaldi: “E’ sconfortante e sconcertante che ci sia oggi in giro qualcuno che tanta di coltivare l’ideologia, balzana e balorda, del negazionismo”.
Qualche isolata contestazione nei confronti delle autorità presenti, tra cui il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, e la presidente del Friuli-Venezia Giulia, Debora Serracchiani, hanno segnato il momento delle deposizioni delle corone. Il vescovo di Trieste, monsignor Giampaolo Crepaldi, nella sua omelia alla messa per le vittime, ha parlato di “ideologia balzana e balorda del negazionismo”, suscitando qualche applauso. Qualche isolata contestazione è stata rivolta nei confronti delle autorità presenti, tra cui il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova e la presidente del Friuli-Venezia Giulia, Debora Serracchiani, in particolare al momento delle deposizioni delle corone alla foiba.
Spezia, esule loda e ringrazia CasaPound: il sindaco se ne va
Polemiche anche alla Spezia, dove un esule salito sul palco per raccontare la sua esperienza, durante l’intervento ha lodato e ringraziato Casa Pound. A quel punto il sindaco della città, Massimo Federici (Pd), per protesta si è tolto la fascia tricolore e ha lasciato l’aula consiliare del Comune spezzino. Protagonista della vicenda è stato Armenio Amorino. Il suo intervento era previsto tra le testimonianze per raccontare, anche ai molti studenti presenti, quella pagina oscura della storia recente. Salito sul palco di sala Dante, ha concluso il suo discorso affermando che gli unici che ricordano e portano i fiori nella piazza cittadina dedicata alle foibe sono quelli di Casa Pound. A quel punto Federici si è tolto la fascia tricolore e, poco dopo, si è allontanato, insieme ad alcuni consiglieri, mentre il consiglio comunale dedicato al Giorno del Ricordo era ancora in corso. “Dove c’è Casa Pound non può esserci la città, ecco perché mi sono tolto la fascia tricolore” ha poi spiegato il sindaco. “Abbiamo lavorato 10 anni, tutti insieme, per organizzare una giornata del ricordo dando la parola agli esuli. Molti gli interventi carichi di pathos, nell’ottica della riconciliazione. Un fascista ha colto l’occasione per strumentalizzare la vicenda ancora una volta e parlare di politica”. Sull’intervento di Amorino hanno preso le distanze gli esuli presenti e anche i consiglieri comunali. “Questo era un consiglio straordinario per parlare delle foibe come da anni gli esuli volevano – ha detto Maria Grazia Frja, consigliere comunale di Fratelli d’Italia – Abbiamo partecipato senza differenze di partiti politici. Quello che ha detto Amorino è del tutto inopportuno, non si può strumentalizzare una tragedia a fini politici”.