L'atto di indirizzo ha come prima firma quella di Edoardo Fanucci. Repubblica: "Irritazione di Gentiloni". Palazzo Chigi smentisce. Boccia: "Quella presa di posizione è strumentale". I firmatari: "Lo facciamo per garantire continuità tra il governo di Renzi e quello attuale"
No all’aumento dell’accise su tabacchi e carburanti. Lo chiede una mozione di 37 deputati renziani, prima firma Edoardo Fanucci, giovane parlamentare toscano, in passato anche conduttore di un’edizione della Leopolda, ora vicepresidente della commissione Bilancio. Insieme a lui ci sono Alessia Morani, Dario Parrini, Anna Ascani, Silvia Fregolent. Nel loro atto d’indirizzo scrivono che per la correzione dei conti pubblici il governo dovrebbe “reperire le risorse unicamente dal taglio alla spesa pubblica improduttiva e dalla lotta all’evasione fiscale” “al fine di scongiurare l’aumento della pressione fiscale”. Una presa di posizione che – racconta Repubblica – ha irritato Palazzo Chigi e il ministero dell’Economia. Ma questo retroscena è stato smentito dall’ufficio stampa di Palazzo Chigi che definisce infondata e fantasiosa qualsiasi reazione alla mozione Pd.
Ma di certo questo episodio si inserisce nelle tensioni di queste settimane tra le varie anime del Partito Democratico su un punto in particolare: le elezioni anticipate. Da una parte, la sinistra Pd di Pierluigi Bersani che dice di terminare la legislatura nel 2018 e nel frattempo fare un congresso vero e proprio. Dall’altra Matteo Renzi e i suoi che dicono che bisogna andare al voto il prima possibile. “Il ministro Padoan – ha commentato il presidente della commissione Bilancio di Montecitorio, Francesco Boccia – in vista della correzione dei conti chiesta da Bruxelles, non ha mai detto in alcuna sede istituzionale che saranno aumentate le accise, la mozione di Fanucci, giovane e bravo parlamentare Pd, la trovo strumentale”.
Nel testo della mozione a prima firma Fanucci si ricorda che il governo Renzi “ha perseguito da subito l’obiettivo della diminuzione della pressione fiscale” e si ricordano gli interventi che si sono susseguiti negli ultimi tre anni e che hanno portato “la pressione fiscale al 42,1 per cento nel 2016, dal 43,6 del 2013”. E la premessa dell’iniziativa è che per rispondere alla richiesta della Commissione europea di correggere i conti “il Governo starebbe per emanare un decreto entro il mese di febbraio, che dovrebbe prevedere una revisione delle accise su tabacchi e carburanti e determinati tagli di spesa”. Una premessa sbagliata, precisa dall’altra parte Boccia.
Fanucci precisa che non è un atto contro il governo ma per garantire la “continuità” con quello precedente: “Non c’è bisogno di avere un rapporto diretto con Matteo Renzi per sapere che la linea del segretario nazionale del partito è quella di abbassare, non di aumentare le tasse”. “Per tre anni siamo andati a raccontare che le tasse vanno diminuite, e l’abbiamo fatto, anche imponendo agli enti locali il blocco delle aliquote”, aggiunge il deputato di Pescia, e ora non si può avere “come punto fermo nella risposta alla Ue” un aumento della pressione fiscale. “In tutte le sedi e in tutte le occasioni abbiamo detto che le tasse vanno abbassate, non certo aumentate” quindi “la nostra proposta è per la continuità dell’azione di governo”.