Dopo il via libera alle trattative per il nuovo stadio della Roma annunciato dalla Giunta Raggi, i comitati No stadio sono sul piede di guerra. “Hanno detto no alle Olimpiadi per evitare colate di cemento e oggi dicono sì alla più grande speculazione edilizia mai vista a Roma, lo Stadio di Tor di Valle che viola ogni regola, è tutto in deroga, il M5S è incoerente, calpesta il suo programma” così il vicepresidente dell’associazione Italia Nostra, a tutela del patrimonio artistico e paesaggistico italiano, Oreste Rutigliano, con cui andiamo a visitare l’ex ippodromo dove fiorirà il business park dell’As. Roma, un campo di 100 ettari, in un’ansa fluviale, zona Magliana. “Lo stadio rappresenta solo il 15% di un milione di metri cubi, il progetto prevede centri commerciali, tre torri altre 220 metri, qui il piano regolatore consente un massimo di 300 mila metri cubi, e palazzi alti 10 metri, i costruttori decidono e il comune si mette a pecoroni” aggiunge Rutigliano. “E’ una zona non adatta, c’è un rischio idrogeologico altissimo, il progetto non prevede servizi adeguati, il parcheggio sarà di 6 mila posti, quando ne sarebbero necessari 60 mila, gli abitanti sono impauriti” spiega Bruno Ceccarelli del Comitato Salviamo Tor di Valle.

“La base m5s è con noi, un’altra parte per restare a galla in questo momento difficile dice sì per ottenere i voti dei tifosi romanisti, ma molti di noi li hanno votati per riportare la legalità a Roma e oggi si schierano con chi la calpesta” spiega Bruno Ceccarelli del Comitato Salviamo Tor di Valle. E, gli fa eco Rutigliano: “Gli stadi si devono costruire, ma la zona la decide il Comune, non i privati, anche con il m5s dominano i costruttori. La Raggi cede al ricatto, Berdini ha ragione e non è solo, tutta la base  è con lui, farlo qui conviene non ai romani, non ai tifosi, ma ai costruttori per avere un centro direzionale vicino all’aeroporto di Fiumicino, perché se no non si spiegano le tre torri di certo non utili agli interessi della cittadinanza”.

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