Cronaca

La lettera di Michele, parla la madre: “Autentica, trovata in una giacca estiva”

Dopo i dubbi sull'autenticità della missiva che ha acceso il dibattito su precariato e futuro dei giovani, e il falso della ex fidanzata, il Messaggero veneto intervista Grazia Zuriatti, madre del giovane suicida. "Ha scritto quello che voleva dire e ce l'ha fatta trovare. La copia ce l'hanno i carabinieri"

La lettera di Michele, il trentenne friulano suicida, che ha fatto riflettere l’Italia su precariato e mancanza di lavoro, a distanza di alcuni giorni dalla sua pubblicazione sul “Messaggero Veneto” ha lasciato uno strascico di dubbi. E’ una lettera vera? E’ stata scritta da Michele prima di uccidersi? Per rispondere agli interrogativi manifestati anche da qualche autorevole giornalista (ad esempio Enrico Mentana: “Quella lettera mi mette a disagio. E’ un testo sul quale non abbiamo nessun controllo. Non sappiamo chi I’ha scritto. Se l’ha scritta davvero un uomo che si e tolto la vita. E nel caso come è andata quella vita”), il quotidiano diretto da Omar Monestier ha pubblicato un’intervista alla mamma di Michele.

“Michele Valentini, figlio di Grazia Zuriatti e Roberto Valentini, ha urlato, nella lettera, tutto il suo dolore”. Così comincia l’intervista pubblicata con evidenza. La donna conferma l’identità del figlio, la sua tragica fine e soprattutto la lettera, spiegando che è stata trovata nella tasca di una giacca estiva, assieme alla carta di identità. Michele l’aveva lasciata lì, immaginando che i familiari avrebbero cercato una traccia delle motivazioni che lo avevano spinto ad uccidersi il 31 gennaio scorso.

“Se qualcuno vuole pensare che quello scritto proviene da E.T., da qualche giornalista di grido, dai Veda… faccia pure. A me non interessa. – continua al signora Grazia – Sinceramente dei dubbi non mi interessa nulla. Ognuno può pensare quel che crede, anche che sia stata tradotta dal sanscrito. Mio figlio scriveva molto bene, e nuotava anche molto bene, ma mi rendo conto che le sue capacità non possono essere dimostrate essendo lui ormai… partito”. Michele è sepolto, da venerdì 3 febbraio, nel cimitero di Tarcento. “La lettera… una copia ce l’hanno i carabinieri, noi abbiamo l’originale. L’ha scritta Michele, ha scritto quel che voleva dire e l’ha lasciata perché venisse trovata. Se l’avesse spedita sarebbe stato diverso? Non credo”.

Ai genitori interessava soltanto che diventasse di pubblico dominio l’atto di accusa contro la società, contro un sistema che gli ha impedito di trovare un’occupazione sicura e ha frustrato i suoi sogni. Per questo hanno evitato di mettersi in mostra, a maggior ragione dopo le offerte di partecipare a trasmissioni televisive. “Non accetteremo di esporci dal punto di vista mediatico. – spiega la signora Zuriatti – In quella lettera c’è tutto. Sono sempre stata fiera delle capacità di mio figlio. Michele Valentini ha urlato! Se non è stato esaustivo, forse c’è da dubitare delle capacità di comprensione di chi legge”.

Altri dubbi hanno attraversato il clamore di questa vicenda. Ad esempio, un’altra lettera, pubblicata pure dal quotidiano friulano e attribuita a Federica, che diceva di essere la ex fidanzata di Michele, si è rivelata un fake. Falsa. Qualcuno l’ha spedita via mail in redazione ed è stata pubblicata. Ma Federica pare essere solo un nome di fantasia, visto che la donna non ha più risposto alle sollecitazioni del Messaggero. Di questo fatto il direttore Omar Monestier ha reso pubblicamente conto, con una dichiarazione molto onesta: “Ci siamo fidati e abbiamo commesso un errore. Me ne scuso pubblicamente” .