Dopo tre mesi di attesa, la Federazione italiana golf ha deciso di rispondere alle 10 domande del Fatto.it su costi, benefici e beneficiari della manifestazione che si dovrebbe tenere nel 2022. Per non rischiare di utilizzare la garanzia statale (obbligatoria), Chimenti e Montali devono far aumentare a dismisura gli iscritti, che però tra il 2014 e il 2015 (ultimi bilanci disponibili, nda) hanno subito una contrazione del 2%
Poco meno di novanta giorni. Tanto ha dovuto aspettare ilfattoquotidiano.it per avere chiarimenti sul progetto Ryder Cup 2022 e su come verrebbero spesi i milioni di euro di contributi pubblici necessari alla realizzazione dell’evento. Dieci domande: dieci interrogativi su costi, benefici e modalità di svolgimento della manifestazione. Solo quando la pressione mediatica è diventata insostenibile, la Federazione ha deciso di rispondere. Così si scopre che i circa 60 milioni di fondi statali non serviranno per incrementare il montepremi dell’Open d’Italia, né per pagare la ristrutturazione del circolo Marco Simone: sarebbe bastato dirlo prima per evitare molte polemiche. Ci sono però 5 milioni di stipendi e consulenze, pagati con le finanze dello Stato. E la Biagiotti si rifarà il campo di famiglia con i soldi dell’advisor Infront. Complessivamente il progetto faraonico del presidente Chimenti vale 159 milioni di euro, di cui il 37% a carico del governo, e prevede utili per 2 milioni. Nella copertura della garanzia statale c’è un possibile ‘buco‘ da 30 milioni di euro: tanto la FederGolf si aspetta di ricavare nei prossimi 12 anni dall’incremento dei tesserati, che però tra il 2014 e il 2015 (ultimi bilanci disponibili, nda) hanno subito una contrazione del 2%. Un obiettivo non facile da raggiungere, considerano che le quote degli associati valgono 6,7 milioni di euro sul fatturato di circa 10 milioni della Fig. Di seguito ripubblichiamo le 10 domande, con le risposte del direttore generale Gian Paolo Montali.