Da Cassandra Wilson a George Benson fino a Lenny Kravitz. Sono tanti i messaggi di cordoglio per la morte di Al Jarreau, scomparso in ospedale a Los Angeles a 76 anni. Nonostante solitamente la si associ al mondo del jazz, la sua voce era tanto versatile che Al Jarreau è stato l’unico artista nella storia dei Grammy a ottenere premi in tre categorie differenti: pop, jazz e rhythm & blues.
#AlJarreau was a master improviser, an endearing storyteller…always able to capture an audience and anyone with whom he shared the stage. pic.twitter.com/fxlEUjDDnW
— Cassandra Wilson (@reallycassandra) February 12, 2017
Nato il 12 de marzo del 1940 a Milwaukee, in Wisconsin, Alwin Lopez Jarreau detto ‘Al’ è stato una delle grandi figure del jazz, anche se cominciò la sua carriera piuttosto tardi e per il grande pubblico resterà sempre l’interprete della ballata soul con cui si apriva la serie tv Moonlighting. Jarreau cominciò a cantare a quattro anni, dal momento che i fratelli maggiori erano già cantanti e lo spingevano continuamente ad ascoltare musica jazz.
La vera e propria carriera musicale, però, iniziò molto tardi, perché prima frequentò l’università, laureandosi in psicologia e successivamente lavorò a San Francisco in un’istituzione in cui prestava assistenza a persone che avevano sofferto di dipendenze di vario tipo. Fino a 28 anni per lui la musica fu un hobby. Ma i 28 anni costituiscono un momento di svolta: decise di lasciare la psicologia e dedicarsi del tutto alla musica. Tuttavia passarono sette anni prima che firmasse un contratto con la Warner, con cui nel 1975 registrò il suo primo album in studio, intitolato We got by. Questo primo lavoro fu molto ben accolto dalla critica: negli Stati Uniti non raggiunse grande notorietà, a differenza dell’Europa.
With a heavy heart I say goodbye to my good friend and brother, the great Al Jarreau. 11 years ago today we… https://t.co/wJsOFBDL5T
— George Benson (@GBguitar) February 13, 2017
Un anno dopo uscì il suo secondo disco, Glow. Momento di svolta per la carriera musicale fu il 1977, quando intraprese la sua prima tournée mondiale, da cui uscì l’album live Look to the rainbow, registrato in Europa. Questa registrazione ottenne il primo dei suoi sette Grammy, nella categoria di migliore cantante jazz. Nel 1978 vinse nella stessa categoria con All fly home. Nel 1981 entrò nella top ten dei più venduti con due brani del suo album Breakin’ Away e Blue rondo a la turk, con i quali ottenne rispettivamente i Grammy per migliore interpretazione pop e migliore interpretazione jazz. Due anni dopo essere tornato a registrare live con Live in London nel 1984, è arrivata la grande hit della sua carriera, cioè l’interpretazione di Moonlight, colonna sonora dell’omonima serie tv che aveva come protagonisti dei giovanissimi Bruce Willis e Cybill Shepherd. Fu con questo brano che raggiunse notorietà anche al di fuori dei circoli del jazz. Un altro Grammy, primo nella categoria rhythm & blues arriva nel 1992 con Heaven and earth.
Listening to Al Jarreau on the day of his transition. Rest In Peace brother. https://t.co/NbQZInZ0sE
— Lenny Kravitz (@LennyKravitz) February 13, 2017
I suoi lavori continuano poi a uscire con regolarità alla fine degli anni ’90, mentre diminuiscono per quantità a partire dal 2000, mantenendo tuttavia una grande qualità con registrazioni come Tomorrow Today del 2000, All I Got del 2002 e Accentuate the Positive del 2004. Nel 2006, insieme al chitarrista e cantante Usa George Benson registrò Givin’ It Up, che gli valse un nuovo Grammy, stavolta nella categoria di migliore interpretazione R&B. La sua prolifica carriera, fatta di 26 dischi tra cui diverse compilation e registrazioni dal vivo, si concluse negli studi con My old friend: Celebrating George Duke, un omaggio al pianista jazz statunitense uscito nel 2014. A 76 anni, Al Jarreau aveva appena annunciato il suo ritiro dalle scene; si è spento esattamente un mese prima del suo 77esimo compleanno.