Adele sbanca ai Grammy Awards 2017. Cinque i mini grammofoni dorati che l’artista britannica si è aggiudicata la notte scorsa allo Staples Center di Los Angeles relegando quasi a comparsa la collega Beyoncé data per favorita. Cinque le candidature ai Grammy per Adele e cinque i premi vinti. Otto le candidature di Beyoncé, ma soltanto uno il riconoscimento ottenuto, tra l’altro quello tra i meno ambiti come miglior disco Urban Contemporary. Adele si è portata a casa il premio come Miglior disco dell’anno (25), miglior canzone dell’anno (Hello), miglior registrazione dell’anno, miglior disco pop e miglior performance per un’artista pop. La 29enne cantante londinese ha così raccolto 15 Grammy nella sua ancor breve carriera, riempiendo di gioia e note l’intera lunga serata della cinquantanovesima edizione dell’ambitissimo premio musicale.
Nel discorso di premiazione per il Miglior Disco dell’anno, Adele si è commossa dicendo che avrebbe meritato lo vincesse Beyoncé, definita “l’artista della mia vita”. La regia dell’evento ha insistito così sul primo piano di Beyoncé che ha scandito più volte verso Adele “I love you”. Altro momento di altissima professionalità che ha visto protagonista la plurivincitrice della serata è stato l’inconveniente accaduto dopo 30 secondi di performance dedicata allo scomparso George Michael. Adele, che probabilmente non aveva il ritorno audio in cuffia, ha sparato un paio di stonature sulle prime note di Fastlove, bloccando immediatamente l’esecuzione del brano, e chiedendo scusa al pubblico anche con qualche imprecazione prontamente censurata dalla CBS.
Presente sul palco dei Grammy 2017 anche la protesta anti Trump. Dopo la performance live di Katy Perry finita con le parole della Costituzione americana (tra cui il celebre incipit “We the people”) proiettate in grande alle sue spalle, l’apice della polemica in musica contro il neoeletto presidente statunitense è stata toccata durante l’esibizione dell’ensemble hip hop composto da A Tribe Called Quest, Anderson Paak, Consequence, e Busta Rhymes. All’inizio del brano #Wethepeople, pubblicato dagli A tribe called Quest nell’album uscito lo scorso novembre We Got It from Here… Thank You 4 Your Service, è stato Busta Rhymes a insultare apertamente Trump definendolo “il presidente ‘agent orange’ ” e invitando tutti a “resistere” mentre alle sue spalle veniva sfondato un finto muro di mattoni. Rhymes ha continuato durante la performance: “Voglio ringraziare il Presidente Agent Orange per perpetuare tutto il male che ha perpetuato in tutti gli Stati Uniti”.
“Voglio ringraziare il Presidente Agent Orange per il tentativo fallito del Muslim Ban”, ha continuato mentre dietro i cantanti sul palco salivano alcune donne con l’hijab, un signore messicano, dei tizi barbuti simili a degli arabi. “Ma noi stiamo insieme, noi siamo il popolo”, ha concluso il cantante hip hop.
La serata condotta dal comico inglese James Corden ha visto succedersi altri grandi nomi del pop contemporaneo sul palco. Rivelazione dei Grammy 2017 è stato Chance the Rapper, il 23enne rapper di Chicago vincitore del miglior album rap col suo “Coloring Book”: così, per la prima volta nella storia dei Grammy, viene premiato un lavoro che è stato soltanto pubblicato online, senza alcun supporto fisico. Chance the rapper è stato inoltre premiato come Miglior artista emergente e Miglior performance rap con “No problem”. Peraltro Coloring Book è il primo album pubblicato Anche David Bowie ha ricevuto ben cinque premi postumi: Miglior performance rock e Miglior canzone rock per “Blackstar”, Miglior Album di Musica Alternative, Miglior Registrazione Tecnica di un album di musica non classica, e visto che ai Grammy si premiano categorie prettamente “estetiche” come il Miglior Packaging, Bowie si è aggiudicato anche quello.
I Cage the Elephant hanno vinto invece il prestigioso Grammy come Miglior disco rock con Tell Me I’m Pretty, mentre tra le innumerevoli categorie di premiazioni segnaliamo la vittoria di Sturgill Simpson per il Miglior disco Country, A Sailor’s Guide To Earth – ascoltatelo per capire quanto il country si sia trasformato dalle origini in pop music; quella del leggendario 65enne John Scofield con il Miglior disco Jazz dell’anno, Country for Old Men; ma anche il Miglior album di musica “Cristiana” andato a Hillary Scott & and the Scott Family per Love Remains, il Miglior album “Bluegrass” Coming Home di O’Connor Band con Mark O’Connor, e il Miglior Album per Bambini andato a Secret Agent 23 Skidoo per Infinity Plus One.