Il referendum sull’indipendenza della Catalogna non si deve tenere, perché “fuori-legge”. La decisione è della Corte costituzionale spagnola che oggi all’unanimità ha formalmente annullato le risoluzioni con le quali il 28 settembre scorso il parlamento catalano, con il favore del presidente della Catalogna Carle Puigdemont, aveva chiesto di indire una votazione popolare per l’indipendenza da Madrid entro settembre del 2017. L’Alta corte, che il 14 dicembre aveva accolto la richiesta del governo del premier Mariano Rajoy di sospendere la risoluzione votata da Barcellona per un periodo di cinque mesi, quindi fino a maggio di quest’anno, ha espresso così un parere vincolante e ultimativo. Oltre ai magistrati, anche il governo guidato dal leader del Partito popolare si è dichiarato fortemente contrario a sostenere qualsiasi tipo di spinta indipendentista della regione, che considera anti-costituzionale e in opposizione all’unicità del Regno. La consulta vieta ufficialmente alle autorità catalane di procedere in questa direzione, annunciando anche sanzioni penali.
Ma non è la prima volta che i giudici si oppongono al referendum indipendentista. Infatti era già successo con l’ex presidente della Catalogna. Artur Mas e due ex ministri del suo governo, sono stati accusati di “disobbedienza grave” per aver organizzato nel novembre 2014 un referendum consultivo sull’indipendenza della regione (con l’80,2% che votò per la separazione da Madrid) e sono finiti sotto processo il 6 febbraio. Mas, in quell’occasione, era stato “scortato” fino in tribunale da una folla di 40mila sostenitori, in un mare di bandiere indipendentiste, al grido di “democrazia” e “indipendenza”. “E’ la prima volta che un governo viene processato per aver consentito al popolo di votare”, ha affermato l’ex governatore all’uscita dal tribunale.
La procura, al processo contro l’ex presidente della Generalitat, ha chiesto il 10 febbraio una condanna a 10 anni di interdizione dai pubblici incarichi. La richiesta dei magistrati è giunta in chiusura dell’ultima udienza del processo. Nelle prossime settimane è attesa la sentenza. I partiti secessionisti che hanno la maggioranza assoluta nel parlamento di Barcellona hanno denunciato un “processo politico” contro chi si è battuto “democraticamente per sostenere l’indipendenza della Catalogna”.