Il mondo FQ

Stefano Cucchi, chiesto il processo per 5 carabinieri: per 3 l’accusa è di omicidio preterintenzionale e abuso di autorità

A firmare la richiesta di giudizio il procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone e il pubblico ministero Giovanni Musarò. Pesanti le accuse per la maggior parte dei militari, mentre altri due devono rispondere di falso nella compilazione del verbale di arresto e calunnia
Stefano Cucchi, chiesto il processo per 5 carabinieri: per 3 l’accusa è di omicidio preterintenzionale e abuso di autorità
Icona dei commenti Commenti

Omicidio preterintenzionale e abuso di autorità: sono queste le ipotesi di reato più gravi con cui la procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio di cinque carabinieri coinvolti nel caso della morte di Stefano Cucchi. Si tratta di Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro, Francesco Tedesco. Quest’ultimo risponde anche di falso nella compilazione del verbale di arresto e calunnia insieme al maresciallo Roberto Mandolini, all’epoca comandante della stazione Appia dei carabinieri, dove venne eseguito l’arresto del giovano geometra romano. Vincenzo Nicolardi, anche lui carabiniere, risponde di calunnia con gli altri due, nei confronti degli agenti di polizia penitenziaria che vennero accusati nel corso della prima inchiesta sul caso. L’inchiesta bis sulla morte di Cucchi è stata chiusa un mese fa. A firmare la richiesta di giudizio il procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone e il pubblico ministero Giovanni Musarò.

Stefano Cucchi viene arrestato il 15 ottobre del 2009 in via Lemonia, a Roma, a ridosso del parco degli Acquedotti, perché sorpreso con 28 grammi di hashish e qualche grammo di cocaina. Quella notte, i carabinieri lo accompagnarono a casa per perquisire la sua stanza. Non trovando altra droga lo riportano in caserma con loro e lo rinchiudono in una cella di sicurezza della caserma Appio-Claudio. La mattina successiva, nell’udienza del processo per direttissima, Stefano ha difficoltà a camminare e parlare e mostra evidenti ematomi agli occhi e al volto che non erano presenti la sera prima. Il giudice, nonostante le condizioni di salute del giovane, convalida l’arresto e fissa una nuova udienza. Nell’attesa, Stefano Cucchi viene rinchiuso nel carcere di Regina Coeli.

Le sue condizioni di salute peggiorano rapidamente e, il 17, viene trasportato all’ospedale Fatebenefratelli per essere visitato. Il referto è chiaro: lesioni ed ecchimosi alle gambe e al viso, frattura della mascella, emorragia alla vescica, lesioni al torace e due fratture alla colonna vertebrale. Viene chiesto il ricovero, ma Stefano rifiuta insistentemente e viene rimandato in carcere per poi essere ricoverato di nuovo, presso l’ospedale Sandro Pertini, dove muore il 22 ottobre. Solo a questo punto, dopo vani tentativi i suoi familiari riescono a ottenere l’autorizzazione per vederlo: il corpo pesa meno di 40 chili e presenta evidenti segni di percosse. Cominciano le indagini.

Nel gennaio 2011 vengono rinviate a giudizio 12 persone: sei medici dell’ospedale Pertini, tre infermieri dello stesso ospedale, e tre guardie carcerarie. Nel giugno del 2013 la terza corte d’assise condanna cinque medici e assolve gli altri imputati. Nel 2014, nel processo d’appello, gli imputati vengono tutti assolti, e nel dicembre del 2015 la Cassazione decide per un nuovo processo d’appello ai cinque medici, che si conclude con una nuova assoluzione per il personale sanitario. Oggi la richiesta di rinvio a giudizio, nell’ambito dell’inchiesta bis, che apre la strada al quinto processo sulla morte del giovane.

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione