Il reato contestato è quello di violazione della legge elettorale in materia di raccolta firme per la presentazione dei candidati. Allo storico militante si contesta l'autenticazione in totale di circa 7 firme, alcuni delle quali raccolte al raduno del Movimento a Roma. Ricevuto l'avviso di garanzia, si era autosospeso
Il vicepresidente del consiglio comunale di Bologna, Marco Piazza, del Movimento 5 stelle, ha ricevuto l’avviso di conclusione indagini per le presunte firme irregolari raccolte per le Regionali 2014. L’inchiesta della Procura della Repubblica di Bologna, coordinata dalla pm Michela Guidi, era partita da una denuncia di due ex attivisti. Il reato contestato è quello di violazione della legge elettorale in materia di raccolta firme per la presentazione dei candidati. A Piazza – storico militante 5 stelle, eletto la prima volta nel 2011 e confermato in consiglio alle Comunali del giugno 2016 – si contesta l’autenticazione in totale di 7 firme. Piazza, ricevuto l’avviso di garanzia, si era autosospeso.
Una premessa: la norma elettorale prevede che le firme per la formazione delle liste vadano raccolte nella circoscrizione dove la lista sarà presentata (in questo caso Bologna), da consiglieri comunali o da persone autorizzate a farlo dal Sindaco del luogo. Il consigliere Piazza avrebbe autenticato delle sottoscrizioni che servivano per presentare le liste, sostenendo che fossero state prese in sua presenza a Bologna l’11 ottobre 2014, mentre, secondo la Procura, erano state apposte al raduno del Movimento a Roma che si era tenuto proprio in quei giorni. Tra le 7 firme contestate a Piazza anche alcune che sarebbero state raccolte a Bologna e provincia, ma da un’altra persona non abilitata, Giuseppina Maracino, allora attivista 5 stelle e anche lei indagata.
Anche Stefano Negroni, collaboratore di Piazza, ha ricevuto l’avviso di fine indagine. Gli viene contestato di avere autenticato il 15 ottobre 2014 due firme non riconosciute dai sottoscrittori e dunque, in ipotesi, false. Anche un’altra firma, autenticata da Negroni il 19 ottobre non è stata riconosciuta, mentre un’altra, seppure riconosciuta, sarebbe stata raccolta a Roma al raduno 5 stelle e non a Bologna. Con Negroni è indagata anche Tania Fiorini, allora attivista 5 stelle: Negroni avrebbe autenticato una firma raccolta da Fiorini dentro casa sua, nonostante lei stessa non fosse abilitata a farlo. Ricevuto l’avviso di fine indagine, gli indagati avranno tempo 20 giorni per chiedere di farsi sentire. A quel punto la pm potrà decidere se chiedere l’archiviazione o il rinvio a giudizio.
Piazza poco dopo avere ricevuto la notifica ha commentato la notizia sul suo profilo Facebook: “Per la raccolta firme del 2014 depositammo 1181 firme (181 più del minimo necessario) a sostegno della lista M5s. Ne avevamo raccolte però molte di più di 1181 ma era inutile depositarne tante in eccesso. 250 di queste firme in più che non depositammo nel 2014 le abbiamo consegnate ai Pm. A me vengono contestate 7 firme la cui autenticità non è in dubbio. Viene contestata la certificazione e il luogo dove furono raccolte. Sommando tutte le persone coinvolte il totale complessivo di firme contestate è di 24″. Poi il consigliere prosegue: “Confermiamo la massima disponibilità, fiducia e tranquillità. Io continuo a restare sospeso dal M5s anche se forse in questo caso specifico qualcuno può ritenere eccessiva questa misura”.