I precari Istat, da mesi sulle barricate, ottengono la proroga dei contratti fino al dicembre 2018, data entro la quale dovrà essere bandito un concorso per stabilizzarli. I cococo incassano la proroga della Dis-Coll, l’indennità di disoccupazione introdotta in via sperimentale dal Jobs Act, fino all’entrata in vigore della misura strutturale promessa dal governo. Gli ambulanti portano a casa il rinvio dell’applicazione della direttiva Bolkestein al 31 dicembre 2018, anche se con alcuni distinguo. Gli autonomi, nei primi dodici mesi di applicazione dello spesometro, dovranno trasmettere al fisco le fatture Iva emesse e ricevute solo ogni sei mesi (come avevano chiesto i loro commercialisti) e non ogni tre come prevedeva il decreto fiscale. Sono alcune delle categorie che possono tirare un sospiro di sollievo grazie agli emendamenti ad hoc inseriti nel decreto Milleproroghe, su cui il governo chiederà la fiducia in aula al Senato. Novità positive anche per le aziende editoriali: le regole di calcolo dei contributi previsti dalla nuova legge sull’editoria diventano più favorevoli.

I precari Istat saranno stabilizzati con un concorso – Il termine di scadenza dei contratti a tempo determinato presso l’Istat è prorogato fino alla conclusione del concorso da bandire entro il 31 dicembre 2018, e comunque non oltre il 31 dicembre 2019. Il via libera è arrivato dopo mesi di proteste e dopo che il presidente dell’istituto Giorgio Alleva ha fatto presente che i cococo impiegati dall’Istat sono “350 ricercatori selezionati con cura e attenzione, grazie ad un rigoroso concorso pubblico, per poter realizzare il nuovo Censimento permanente della popolazione, progetto che consentirà notevoli risparmi rispetto al censimento tradizionale”. La settimana scorsa un’analoga proroga era arrivata per i 230 precari dell’Istituto Superiore di Sanità“, che nel triennio 2017-2019 potrà bandire concorsi per assumerli a tempo indeterminato.

L’ammortizzatore per i cococo diventerà strutturale – Dopo le polemiche per lo stop all’ammortizzatore riservato ai collaboratori coordinati e continuativi, il governo ha poi deciso di garantire la Dis-Coll fino al 30 giugno con uno stanziamento di 19,2 milioni di euro. La senatrice Annamaria Parente, capogruppo del Pd nella Commissione Lavoro, ha spiegato comunque che si tratta di una soluzione ponte “fino all’entrata in vigore della misura strutturale”. “In questo modo – ha detto – abbiamo scongiurato ogni allarme per 300mila lavoratori precari, soprattutto giovani, e preparato il terreno per il necessario intervento strutturale, perché la Dis-coll diventi permanente“.

Bolkestein rinviata di due anni per gli ambulanti – Staranno tranquilli per altri due anni, poi, i venditori ambulanti, che martedì hanno protestato davanti a Palazzo Madama contro la direttiva europea sui servizi che prevede tra l’altro la liberalizzazione del commercio su strada. Le concessioni in essere sono state prorogate fino al 31 dicembre 2018, comprese quelle per cui erano già state avviate le procedure di assegnazione. La norma ha l’obiettivo, si legge nell’emendamento, “di allineare le scadenze delle concessioni di commercio su aree pubbliche garantendo omogeneità di gestione delle procedure di assegnazione”. Le amministrazioni interessate “devono avviare le procedure di selezione pubblica, nel rispetto della vigente normativa dello Stato e delle regioni, al fine del rilascio delle nuove concessioni entro la suddetta data”, si spiega nella proposta di modifica. “Nelle more degli adempimenti da parte dei comuni sono comunque salvaguardati i diritti degli operatori uscenti”.

Più contributi pubblici per gli editori – Buone notizie infine per le imprese editrici. La disciplina relativa ai contributi pubblici entrerà in vigore nell’esercizio successivo a quello di approvazione dei decreti legislativi, per cui fino al prossimo anno si applicheranno le vecchie regole, che fissano il tetto della quota da assegnare alle imprese con il budget del 2010. In più cambiano anche le regole per calcolare la quota di risorse pubbliche che saranno versate alle aziende. L’attuale legge stabilisce che i contributi possano arrivare, al massimo, al 50% dei ricavi incassati dal mercato. La nuova disciplina stabilisce invece che i contributi possano arrivare fino al 50% del totale dei ricavi compresi i contributi stessi. Con il risultato che la quota versata dallo Stato potrebbe raddoppiare.

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