Gli “scissionisti”/3 – Michele Emiliano
Ex sindaco di Bari, ora presidente della Regione Puglia. Al congresso 2013 fu capolista della mozione Renzi: dall’altra parte c’era Massimo D’Alema, portabandiera della mozione Cuperlo. Ma nel corso degli anni Emiliano ha alternativamente sostenuto e criticato Renzi sia come segretario che come presidente del Consiglio. L’inizio della battaglia finale con il referendum sulle trivelle, indetto dopo il voto di cinque consigli regionali, del quale Emiliano è diventato alla fine l’alfiere (perdendo). Ma ancora prima, lo strappo originario ricorre al 2014 quando Renzi volle tutti i capilista donna alle Europee del 40 per cento. Così Emiliano fu posizionato dietro a Pina Picierno e rinunciò alla propria candidatura.
Emiliano ha aspettato a lungo prima di sciogliere la riserva su una sua candidatura, arrivata ufficialmente quasi a tempo scaduto, lunedì prossimo durante la direzione del Pd. Anche lui, come Rossi, per anni ha spiegato di non essere contrario a prescindere a Renzi e alla sua leadership, ma ora si ritrova sulle posizioni di “aut aut” assunte dalla gran parte delle minoranze del partito.
Neanche lui ha “truppe cammellate” su cui contare, tra chi lo sostiene però ci sono deputati pugliesi come Francesco Boccia (ex lettiano) e Dario Ginefra.