"Il progresso richiede che l’umanità si riunisca, non solo nelle città o nelle nazioni, ma in quanto comunità globale". Così scrive il numero uno del social network in una lunga lettera pubblicata sulla sua pagina. Non nomina mai direttamente Trump o la Brexit, ma molti hanno letto nelle sue parole delle allusioni evidenti alla situazione internazionale
Una sorta di manifesto “umanista” che da molti è già stato definito anti-Trump e anti-Brexit per i suoi contenuti. L’autore è Mark Zuckerberg che ha pubblicato sulla sua pagina Facebook una lunga lettera di 6.000 parole sul futuro del suo social network. Il fondatore del social network ha annunciato così una nuova missione per la sua azienda che “negli ultimi dieci anni si è focalizzata nel mettere in contatto amici e familiari”. E spiega: “il nostro prossimo obiettivo sarà quello di sviluppare l’infrastruttura sociale per la nostra comunità – per sostenerci, per tenerci al sicuro, per informarci, per l’impegno civico e per l’inclusione“.
Globalizzazione e comunità sono i termini chiave di questo nuovo programma. Per Zuckerberg, infatti, “in tempi come questi, la cosa più importante che Facebook può fare è sviluppare le infrastrutture sociali per dare alla gente la possibilità di costruire una comunità globale che funzioni per tutti noi”. Scrive: “Quando abbiamo cominciato, questa idea non era contestata. Ma ora nel mondo ci sono persone lasciate indietro dalla globalizzazione e movimenti che spingono per il tirarsi indietro dalla connessione globale. Ci si chiede se possiamo creare una comunità globale che funzioni per tutti, e se il nostro percorso futuro è quello di collegare di più o di invertire la rotta”. Non nomina mai direttamente Trump o la Brexit, ma molti hanno letto nelle parole del CEO di Facebook delle allusioni evidenti alla situazione internazionale.
Per Zuckerberg, tutto si gioca sulla comunità globale. Insiste sul fatto che “sfide più grandi hanno bisogno di risposte globali, come porre fine al terrorismo, la lotta al cambiamento climatico, e la prevenzione delle malattie. Il progresso richiede che l’umanità si riunisca, non solo nelle città o nelle nazioni, ma in quanto comunità globale”. E Spera “che un crescente numero di persone impegni la propria energia per costruire l’infrastruttura sociale a lungo termine necessaria a riunire l’umanità“.