Fenomeno che si diffonde senza ritegno più si scende nel Sud Italia, anche se la dinamica non è assente nel Centro e nel Nord, con punte altissime di gatti avvelenati ed uccisi in Puglia, Sicilia e Calabria. Solo nei giorni scorsi sono stati registrati i casi di Raffadali (Agrigento) e di San Cataldo (Caltanisetta). Nel comune dell’agrigentino in pochi giorni 15 i gatti e 3 i cani randagi avvelenati e ritrovati ai bordi delle strade principali
“Ogni anno almeno 70.000 gatti vengono avvelenati e spesso uccisi con i bocconi avvelenati”. E’ quanto afferma l’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente (Aidaa) in occasione del giorno della Festa del Gatto che si celebra oggi in Italia. Ad essere al centro dell’attenzione di queste autentiche ed indisturbate mattanze sono in particolar modo le colonie feline. Fenomeno che si diffonde senza ritegno più si scende nel Sud Italia, anche se la dinamica non è assente nel Centro e nel Nord, con punte altissime di gatti avvelenati ed uccisi in Puglia, Sicilia e Calabria. Solo nei giorni scorsi sono stati registrati i casi di Raffadali (Agrigento) e di San Cataldo (Caltanisetta). Nel comune dell’agrigentino in pochi giorni 15 i gatti e 3 i cani randagi avvelenati e ritrovati ai bordi delle strade principali. “Quello che sta succedendo è quanto di più orribile possa accadere”, ha spiegato il sindaco di Raffadali, Silvio Cuffaro, al Corriere del Mezzogiorno. “In questi giorni dovremmo essere felici per gli eccezionali risultati che abbiamo ottenuto con la raccolta differenziata e invece ci troviamo a fare i conti con una mente malata che si diverte ad avvelenare cani e gatti”. A San Cataldo identico triste copione con l’aggiunta perfino di cadaveri di volpi. Tutti avvelenati con bocconi mortali di cibo disseminati liberamente sulle strade delle contrade periferiche del paesino.
“Purtroppo a noi arrivano i dati solo dei casi che sono stati resi noti dalla stampa e dalle gattare”, afferma Lorenzo Croce, presidente di Aidaa. “Ma in un paese dove ci sono 7 milioni di gatti, di cui almeno un milione e mezzo nelle colonie feline, appare evidente che il problema è più ampio rispetto ai dati in nostro possesso. Così non è possibile andare avanti, va bene la giornata del Gatto ma chiediamo maggiore rigore nell’applicazione delle leggi”. “In Italia diffondere i bocconi avvelenati è un reato ma nonostante le decine di denunce che facciamo ogni mese – ha aggiunto Antonella Brunetti, presidente vicario e responsabile settore gatti di Aidaa – i controlli non ci sono e spesso gli avvelenamenti vengono reiterati ai danni dei mici delle stesse colonie. Serve un giro di vite e maggiore serietà nell’applicare le leggi che esistono ma spesso rimangono solo scritte sulla carta”.
Le associazioni animaliste provano così ad alzare la voce nel giorno della Festa del Gatto che è stata “istituzionalizzata” in Italia fin dal 1990, seconda al Giappone che l’ha inventata nel 1985 (lì è il 22 febbraio) e ben prima degli Stati Uniti arrivati nel 2005 (per loro è il 29 ottobre). E senza aspettare che le stragi di gatti continuino indisturbate un piccolo passo può essere fatto sui siti web delle tante associazioni di difesa degli animali dove tanti morbidi gattini e magnifici cagnetti attendono un click per finire su un comodo e caldo divano.