“E’ la fine di un’era”. Lo storico edificio The Armory di San Francisco, il più grande set pornografico al mondo, chiude i battenti. Lo ha annunciato con profonda tristezza l’attuale proprietario Peter Acworth, CEO del sito web kink.com che da almeno una decina d’anni produce materiale e contenuti primariamente BDSM tra le decine di stanze dell’oramai celebre storico edificio una volta in uso alla Guardia Nazionale. “Il porno non è più redditizio come lo era dieci anni fa”, ha spiegato Acworth al San Francisco Chronicle. “Abbiamo dovuto cambiare modello di business”.
Acquistato dal pioniere Acworth nel 2006 per 14 milioni di dollari, l’Armory, un intero isolato della San Francisco Bay Area, due acri e mezzo di superficie, è diventato in pochissimo tempo un set raffinato e ricercato nel mondo dell’hardcore e del fetish contemporaneo. Da dieci anni, ogni giorno, inclusi i festivi, sono stati prodotti mini film con durata variabile dalla mezz’ora all’ora abbondante con veri e propri canovacci di scrittura e sviluppo narrativo poi caricati a pagamento sulla piattaforma kink.com. Parecchie le sezioni aperte negli anni utilizzando riarredati seminterrati, stanze, e attici (alcuni con vetrate verso l’esterno come nelle eleganti ammucchiate di The Upper Floor): dai canali puramente BDSM (soprattutto Hogtied e DeviceBondage), a quelli più generalmente hard ma pur sempre estremi (ad esempio in Public Disgrace i rapporti sessuali avvengono clandestinamente tra passanti e passeggeri della metro anche in città europee), passando dall’affermata sezione Femdom, fino ai più recenti Kinkman channels. Almeno un centinaio i dipendenti e decine le star femminili e maschili scoperte tra i set dell’Armory della Kink.com. E’ qui che sono nate e poi si sono “fatte le ossa” attrici del calibro di Sasha Grey, Bobbi Starr, Lorelei Lee, Princess Donna, e Veruca James.
Negli ultimi tre anni con l’avvento del porno sui siti gratuiti, per una piattaforma come quella di Kink.com è stata una lotta durissima nel compensare l’emorragia di entrate. Gli utenti abituali a pagamento sono scesi velocemente da 50.000 a 30.000, e le entrate sono diminuite del 50%, tanto che nel 2015 l’azienda ha dovuto licenziare metà della sua forza lavoro. Acworth non si è perso d’animo è ha cercato di convertire almeno una parte dell’Armory usandolo per concerti e feste private con tanto di prestito da 4milioni di dollari per ristrutturare un terzo dell’edificio (“un prestito concesso dalle banche grazie alla credibilità del nostro marchio porno”, ha sottolineato ironicamente Acworth). In realtà il pianterreno e l’enorme sala da 4mila posti sono appena stati utilizzati per meeting aziendali di Twilio.com, Airbnb e per un evento di raccolta fondi della San Francisco Aids Foundation, ma, come racconta il CEO di kink.com i responsabili dei Golden State Warriors hanno fatto marcia indietro rispetto ad un evento che volevano produrre all’Armory dopo aver intravisto sulle scalinate che portano ai piani alti gli enormi dipinti ad olio a sfondo bondage che arredano le pareti.
L’imponente Armory di San Francisco, oltre ad essere un esplicito spazio della produzione pornografica estrema visibile da chiunque ci passeggi davanti, venne costruito nel 1912 in stile moresco e usato come arsenale e luogo di difesa della Guardia Nazionale durante il sanguinoso Bloody Thursday avvenuto a San Francisco nel 1936. Dal 1976 in avanti l’edificio è finito in disuso fino all’acquisto di Acworth. “Questo è stato il set più importante del vizio e della schiavitù”, ha spiegato J.P.Pike, uno dei registi della Kink.com. “Tutto è iniziato come in un piccolo angolino e nel corso del tempo si è ampliato come non mai”. Ora tutto l’immenso materiale bondage, comprensivo di fruste, morsetti, corde, sbarre di ferro, catene, verrà trasferito scatolone su scatolone verso il Nevada, e la California meridionale dove probabilmente si tornerà a produrre quel genere di lavori ambientati all’Armory. “La città di San Francisco ha perso lentamente molti degli spazi di supporto per i lavoratori del sesso e del mondo queer che personalmente mi hanno salvato e mi hanno reso quello che sono oggi”, ha raccontato con rammarico la star di kink.com Lorelei Lee. “L’Armory con tutte le sue complessità, la sua forma particolare, la sua storia stregata, è stato uno di questi spazi. Grazie a tutti i miei colleghi per la condivisione di questo magico, banale, strano, faticoso e stimolante tempo passato con me in questo luogo”.