Da quando è nato sei anni fa, il primo canale radiofonico interamente dedicato allo sport è cresciuto grazie al lavoro di chi si è alternato dietro al microfono, ma nessuno ha mai firmato un contratto d’assunzione. Adesso che il pagamento delle fatture è fermo da dicembre, la programmazione è stata sospesa per 5 giorni. E così si è aperto uno spiraglio
Riescono a tenere sintonizzati circa un milione di ascoltatori ogni giorno, ma nemmeno uno di loro è riuscito a ottenere un contratto da quando Radio Sportiva ha iniziato a trasmettere. Sono passati più di sei anni. Da allora il primo canale radiofonico interamente dedicato allo sport, capace di coprire in diretta tutti gli eventi dalle 8 a mezzanotte, è cresciuto grazie al lavoro dei giornalisti che si sono alternati nella redazione di Prato. Ma tra coloro che si sono passati il microfono – una ventina in tutto, dodici in questo momento – nessuno ha mai firmato un contratto d’assunzione. Adesso si apre uno spiraglio, ma prima la redazione ha dovuto puntare i piedi, anche perché il pagamento degli stipendi – formalmente delle fatture – è fermo da dicembre. E a ogni richiesta, la risposta è stata sempre una porta in faccia da parte dell’editore. Almeno fino a venerdì mattina.
Lui è Loriano Bessi – proprietario del Gruppo Media Hit che oltre a Sportiva controlla altre cinque radio Cuore, Gamma, Reporter, Fantastica e Blu – e, quando i giornalisti tra lunedì e venerdì hanno incrociato le braccia e portato all’esterno le loro problematiche, ha parlato di “immotivato linciaggio mediatico” scaturito dopo la decisione di allontanare Dario Ronzulli, uno dei redattori. Secondo Bessi, socio di maggioranza della Priverno Srl che ha in concessione il marchio di Radio Sportiva di proprietà della sua Media Hit, innanzitutto non si tratta di un redattore ma di un “collaboratore” – che però da anni, ogni giorno, conduce da studio e segue eventi in giro per l’Italia e l’Europa – e soprattutto non sarebbe stato licenziato, ma solo messo in stand-by per 15 giorni “con l’intesa che, successivamente, in base alle reciproche disponibilità, si sarebbe valutata insieme la prosecuzione della collaborazione”. Gli altri giornalisti non hanno gradito e hanno portato avanti uno sciopero di cinque giorni, tra le proteste degli ascoltatori verso la proprietà per la perdita di un gruppo di professionisti diventati un punto di riferimento per gli appassionati di sport.
Al ‘miracolo’ di ascolti di Radio Sportiva – bilanci in ordine, raccolta pubblicitaria in crescita e nessuna crisi all’orizzonte – fa da contraltare questa storia, che il segretario generale della Federazione nazionale della stampa, Raffaele Lorusso, ha definito “simbolica” in una nota di supporto alla “santa battaglia” della redazione inviata all’Assostampa Toscana, che dalla scorsa estate lotta accanto ai redattori. Tutto è iniziato con un rapporto sulle radio toscane presentato proprio dal sindacato dei giornalisti negli scorsi mesi. Un’indagine dai risultati deprimenti: a fronte di 70 emittenti con sede nella regione, risultavano appena 29 giornalisti assunti. I dati raccolti dall’Assostampa assieme al Corecom sono finiti sul tavolo dell’Inpgi, l’Istituto di previdenza dei giornalisti, che ha fatto visita agli uffici di Sportiva. La relazione degli ispettori è impietosa e non lascia spazio ai dubbi: quello svolto dai giornalisti è lavoro subordinato.
A ogni rivendicazione della redazione, per diversi mesi, Bessi ha risposto picche arrivando a negarne la stessa esistenza. Tanto che l’Assostampa ha dovuto riconoscere d’ufficio un ‘comitato di redazione’. “Ci siamo messi in contato con l’editore, che è venuto nella nostra sede in tre occasioni. La prima volta ad agosto, poi il 16 dicembre. E infine a gennaio, quando ci ha comunicato che avrebbe riferito quando sarebbe stato disponibile a partecipare a un tavolo di confronto. Ma da allora è scomparso”, ha spiegato negli scorsi giorni il presidente del sindacato regionale Sandro Bennucci. Fino a venerdì mattina, quando l’Assostampa e Priverno Srl hanno annunciato l’apertura di un tavolo di trattativa “volto alla risoluzione della vertenza in atto”.
Un dialogo che continuerà nei prossimi giorni “con l’intesa di pervenire ad una conclusione favorevole nel minor tempo possibile”. Lo spiraglio ha spinto i giornalisti a tornare ai microfoni per coprire il week end sportivo con l’abituale programmazione e la speranza di veder esaudite le loro richieste che ruotano attorno a un saldo rapido delle spettanze e alla regolarizzazione delle posizioni. Se ne parlerà già lunedì pomeriggio in Regione Toscana, dove sono convocati il sindacato e l’azienda per appianare una distanza che – ad oggi – esiste ancora. Del resto, l’avvocato dei giornalisti Pierluigi D’Antonio non ha dubbi: “Questi giornalisti sono stati e sono dei dipendenti”. A tutti gli effetti tranne che dal punto di vista contrattuale, visto che hanno finora lavorato grazie alle partite Iva. Secondo il presidente della Consulta dei comitati di redazione della Toscana, Marzio Fatucchi, “come la radio paga, correttamente, l’elettricità e le concessioni ministeriali così deve, correttamente, pagare i giornalisti”.