I perfidi dicono che prima ancora della fondazione, Sinistra Italiana si è già messa avanti col lavoro e si è già scissa. In compenso il nuovo partito che si appresta a nascere eviterà per un po’ i problemi che stanno rischiando di far implodere in queste ore il Partito Democratico. “Una sinistra tutta da scrivere” è il nome del congresso fondativo di Sinistra Italiana che si è appena aperto al Palacongressi di Rimini. Non saranno tra coloro che scriveranno quella parte di sinistra, alcuni di quelli che se ne sono andati prima ancora di cominciare, che rappresentano un pezzo di Sel: Arturo Scotto (che finora è stato il capogruppo alla Camera) e altri 18 parlamentari sono pronti per avvicinarsi al Campo Progressista di Giuliano Pisapia, nuovo movimento che vorrebbe fare da collante tra il Pd e la sua sinistra e da garante per escludere dalle alleanze Alfano e altri residui di centrodestra. Missione impossibile, sulla carta, mentre tutti si dividono. Ad ogni modo insieme a Scotto ci sono personalità come il vicepresidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio, il deputato Ciccio Ferrara, il fu candidato alle Europee Marco Furfaro.
A Rimini, al congresso di Sinistra Italiana, si è cominciato con gli interventi di Raffaele Mantegazza, pedagogista dell’università di Milano, quindi di Daniele Goia, rider precario di Foodora e Assita Kone, dell’associazione nuovi italiani. E poi i saluti dei partiti ospiti (Pd, Psi, Rifondazione, Possibile, Partito comunista, l’Altra Europa con Tsipras), la relazione introduttiva di Fabio Mussi (che la sua scissione dal partitone l’ha già fatta anni fa) e infine l’intervento del segretario della Fiom Maurizio Landini. Tra gli interventi letti alla sala quelli di Salvatore Settis e del sindaco di Genova Marco Doria, tra le presenze annunciate – domenica – quella del sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Sono chiamati a partecipare al congresso 680 delegati oltre a circa 500 invitati. Il congresso sancirà la nascita del partito e dovrebbe eleggere alla segreteria Nicola Fratoianni.
“Vogliamo essere un partito autonomo e radicale, cioè che pensa con la testa propria e con una cultura di governo adeguata alle esigenze di oggi” ha detto Mussi dal palco. “Il radicalismo – ha aggiunto – non è il sinonimo di estremismo, ma è vero il contrario”. Mussi ha quindi ribadito che Sinistra Italiana vuole dimostrare che esiste un’alternativa al neoliberismo dominante. “La crisi può andare a destra, penso a Trump, o a sinistra. Quelle di destra e sinistra non sono categorie derelitte del passato. E’ un mantra dire che non esistono più: questa è una bufala, una post-verità. Una bugia, anche se ripetuta all’infinito, resta una bugia. E’ passata l’idea che la sola sinistra che governa è quella che si fa centro. Una tesi che ha provocato una catastrofe culturale”. Una delle parole chiave è il lavoro, Mussi dice che Renzi è “l’Achille Lauro 4.0” e che con il leader Pd le “porte chiuse: non perché sia antipatico… anche se simpatico non è, come dice Farinetti. Ma perché abbiamo sperimentato la sua idea di democrazia, è un avventuriero, un giocatore d’azzardo“. Dunque l’alleanza con lui “non è inevitabile”
E se il lavoro è la parola-chiave, assume significato l’intervento di Daniele, rider di Foodora, azienda del food delivering: “Sono stufo di far parte della generazione a cui tutti hanno detto che staranno peggio dei loro genitori, che non avranno la pensione: non ho perso ancora la speranza di cambiare le cose. Crediamo ancora che con la lotta possiamo avere più diritti”. “Nessuno può negare la crisi – aggiunge – Ma credo ancora che tutti assieme, a partire da qui – ha concluso – possiamo pensare a un futuro più giusto per tutti”.
Come dice Nichi Vendola, che sarà il padre nobile del partito, “qui nasce una sinistra che non vuole più travestirsi da destra. Troppe volte la sinistra fa la sinistra solo in campagna elettorale e una volta al potere attua le politiche della destra, come ha fatto Renzi. Noi siamo la sinistra alternativa a questa terribile resa alle politiche liberiste”. Sinistra Italiana guarderà alle dinamiche del Pd, per partecipare “al processo di costituente della sinistra italiana, come proposto da Massimo D’Alema“.