La multinazionale anglo olandese Unilever ha rifiutato l’offerta di acquisizione da 143 miliardi di dollari presentata da Kraft Heinz, che avrebbe dato vita a un unico agglomerato da più di 240 miliardi di dollari di capitalizzazione. Ma non finisce qui, perché il quinto gruppo alimentare del mondo, a cui fanno capo marchi che vanno da Philadelphia a Plasmon, ha tempo fino al 17 marzo per presentare una nuova proposta al competitor che produce i gelati Algida, i saponi Dove, il the Lipton e i dadi Knorr. Le eventuali nozze, secondo Coldiretti, concentrerebbero “ancora di più il potere delle dieci multinazionali del cibo nel pianeta che attraverso 500 marchi controllano il 70% del mercato alimentare”. Anche gli analisti invitano alla cautela, convinti che l’operazione potrebbe incontrare significative difficoltà antitrust.

“Unilever ha rifiutato la proposta di circa 50 dollari ad azione perché senza merito e non strategica per gli azionisti”, si legge in una nota, in cui viene anche sottolineato come il premio del 18% che è stato proposto “sottovaluta in modo fondamentale Kraft”. L’offerta arriva in un momento di debolezza di Unilever, la seconda maggiore società di beni di consumo al mondo alle spalle di Procter&GamblePaul Polman, l’amministratore delegato del colosso inglese, ha raddoppiato il valore delle azioni di Unilever da quando ne ha assunto il comando nel 2009, ma di recente il ritmo di crescita è rallentato. La società realizza la maggior parte delle sue vendite nei mercati emergenti, alle prese con svalutazioni della monete e aumento dei prezzi delle materie prime. A questo si aggiunge il cambiamento dei consumatori: alcune fasce di popolazione stanno prendendo le distanze dai cibi confezionati, che rappresentano una buona fetta del suo portafoglio prodotti.

Dalla sua Kraft Heinz ha il guru della finanza Warren Buffet e il colosso brasiliano 3G, a cui fa capo Burger King, che sono fra i maggiori azionisti della società e potrebbero sostenerla finanziariamente per portare a termine l’affondo su Unilever. La loro notorietà a livello globale inoltre potrebbe aumentare l’appeal per le nozze. Nel 2013, infatti, i due si sono alleati mettendo sul piatto 23 miliardi di dollari per comprare il popolare ketchup Heinz, facendolo entrare nell’impero Berkshire Hathway, la holding che fa capo a Buffett. Due anni dopo i due hanno pilotato la fusione fra Kraft e Heinz, dalla quale è nato il quinto gruppo alimentare al mondo.

Se l’operazione andasse in porto, ci sarebbero “pesanti effetti sui rapporti contrattuali con il settore agricolo“, ammonisce la Coldiretti. “Le grandi multinazionali del cibo sono in grado di condizionare non solo i mercati ma anche le politiche di sicurezza alimentare e ambientale dei governi nei diversi continenti, con effetti anche sulla salute dei cittadini”. Questa tendenza, conclude Coldiretti, finisce per favorire “l’omologazione e la standardizzazione dell’offerta alimentare a livello globale con una conseguente perdita di biodiversità“.

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