Immaginate nel bel mezzo della piazza medioevale di Gubbio spuntare all’improvviso l’entrata in cemento armato di un parcheggio pubblico. Un cazzotto nello stomaco. Immaginate poi che a 800 metri ne facciano un’altra e a pochi metri un’altra ancora.
Immaginate adesso l’equivalente di un furioso Beppe Grillo, alias Franz Weber, ambientalista, animalista, carattere di ferro, aria elegante, uno che ha lottato tutta la vita per la bellezza, che si batte da sempre come un leone contro gli scempi edilizi, contro i potenti per difendere l’unico bene comune che abbiamo (questo pianeta), contro l’indifferenza, contro l’odiosa burocrazia cantonale. Che nel 1976 ha pure fondato Helvetia Nostra, un po’ l’equivalente del nostro Fai. E nel 2012 ha voluto un referendum contro il proliferare delle seconde case, destinate ai non residenti. E un attimo prima che il referendum passasse, palazzinari senza scrupoli sono corsi a farsi dare concessioni edilizie.
Sarà che adesso Weber, 89 primavere da maestro visionario, è un sognatore un po’ stanco che delega molto, anche alla figlia Vera, ma insomma la ‘mafietta’ che bazzica in ogni amministrazione comunale gliel’ha fatta proprio sotto al naso. Prendiamo Saanen, un villaggio montanaro medioevale, che a detta di molti dovrebbe finire nella lista del World Heritage Unesco, a soli due chilometri da Gstaad, nell’OberLand bernese, dove gli artigiani hanno ancora i laboratori di ferramenta e di ceramica, il postino conosce tutti per nome e la mattina si va a fare la spesa con il paniere.
Un dedalo di stradine pedonali e maisonette in legno che sembrano uscite da una fiaba dei fratelli Grimm, che convergono nella piazzetta principale e, toh, cosa mi trovo davanti? Un obbrobrio in cemento armato. Sembra l’ingresso di un bunker, invece è l’accesso del parcheggio pubblico. Sul quale brilla, si fa per dire, un’insegna al neon con la scritta a caratteri cubitali, WC. Un pugno negli occhi. Qualche locale, di buona speranza, ha avviato una petizione per chiedere di rimuoverlo. Ma è un po’ come chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. Poco più avanti c’è l’altro ingresso del Parking, riservato alle macchine, sempre esteticamente non accettabile. E un altro ancora, solo per i pedoni, una pensilona in cemento bruto in mezzo a un condominio di casaccie in legno chiaro a cinque piani (le maisonette del villaggio non superano i due piani). Gli edifici esteticamente inaccettabili in legno chiaro molto cheap (quello usato solitamente per gli interni sauna) sono in contrasto stridente con le antiche maisonette in boiserie decorate artigianalmente. Portano la firma di Hans Reichenbach, un ex contadino dai modi ruspanti che si è riciclato, diciamo, costruttore. Costruite sulla promenade principale, all’ingresso del paesino medioevale. Sarebbero il biglietto da visita di Saanen. No, neanche i nostri “furbetti” del quartierino ne sarebbero stati capaci. No, non te l’aspetti proprio nella precisina svizzera, dove tutto è lucidato a manicure.
Si cambia emisfero e volo (con il pensiero) a New York, su invito dell’amico Antonio Gallo, comunicatore a 360 gradi per Pirelli, per la tavola rotonda sulla bellezza al Cipriani Wall Street. Beh, diciamo che se il concetto di bellezza sfugge a Peter Lindbergh, il fotografo cult del calendario cult Pirelli edizione 2017, io proprio non saprei cosa aggiungere. E così che Pirelli ha festeggiato la Fashion Week al Cipriani Wall Street dedicata all’evoluzione della bellezza vista attraverso la lente (d’ingrandimento) del fotografo/guru.
E visto che davanti all’obbiettivo di Lindbergh sono passate le donne più belle del mondo, top-model e attrici, e lui è ancora “…alla ricerca di una donna che mostri una bellezza unica, che vada insomma oltre il concetto di donna bella in sé… ” per l’ultima edizione del Cal ci ha provato e ha osato l’inosabile. Le ha volute struccate, senza finzioni, senza filtri. Insomma, presente quando, capelli arruffati, bagnate, usciamo dalla doccia. Ecco non saremo tutte Jessica Chastian, ma davanti alla prova dello specchio la bellezza dobbiamo farcela “da noi”. E ignoriamo la risposta affilata dell’intellettualona Fran Leibowitz, anche lei relatrice alla tavola rotonda: “La bellezza dovrebbe, dicono, essere interiore, ma siamo realistici, se così fosse non esisterebbero le modelle!”
Twitter @januariapiromal