L’Italia è, a modo suo, un Paese di primati. E non mi riferisco solo alla disoccupazione giovanile o al debito pubblico, alimentato dalle scelte irresponsabili di una burocrazia ministeriale guidata all’epoca dal ministro Siniscalco poi passato a dirigere la Morgan Stanley che, grazie a tali scelte, ha guadagnato molti miliardi di euro. Chi paga?
Abbiamo anche l’appalto pubblico più grande d’Europa, quello della Consip, una fosca faccenda nella quale sono coinvolti Renzi e la sua cricca, a cominciare dal padre. E la speculazione immobiliare del secolo, quella di Tor di Valle, come l’ha definita la deputata cinquestelle Roberta Lombardi, “che una società statunitense vuole portare avanti ad ogni costo in deroga al nostro Piano regolatore, nell’esclusivo interesse di fare profitto alle nostre spalle”.
L’Italia è marcia fino al collo. Il conflitto d’interessi ha raggiunto livelli ed intensità tali da far impallidire Berlusconi. Mi ha molto colpito la circostanza che il fratello di Cantone, il deus ex machina che avrebbe dovuto garantire legalità e pulizia nelle scelte dell’amministrazione pubblica, abbia ottenuto un contratto di consulenza per 3.800 euro al mese da una società di Alfredo Romeo, l’imprenditore campano coinvolto nella faccenda Consip. Ma certamente si tratta di una mera coincidenza, come anche mera coincidenza è stato il passaggio di Siniscalco dal ministero dell’Economia e delle Finanze alla Morgan Stanley.
Oltretutto qui ci pigliano per fessi. Del resto ogni Paese ha la classe politica che si merita. E la nostra è pessima. Lasciamo perdere Pd e destre, che hanno dato pessima prova di sé negli ultimi vent’anni. Molte speranze, comprese in parte le mie, si erano appuntate sui Cinquestelle. Ma vicende come quella romana, con il cedimento alla speculazione di Tor di Valle che si va delineando, in barba a qualsiasi controllo democratico dal basso, infliggono duri colpi alle nostre illusioni e speranze. Il bilancio della giunta Raggi d’altronde è negativo anche da altri punti di vista. Basti pensare alla desertificazione culturale e sociale che sta avvenendo con gli sgomberi di tutti gli spazi autogestiti. Certamente le responsabilità di tale situazione non sono solo della Raggi ma risalgono alle giunte precedenti, compresa quella di Marino che votò la sciagurata delibera 140 con le quale si pretende un affitto di mercato da parte di chi conduce attività sociali e culturali spesso di grande rilevanza. Ma perché l’attuale sindaca non prende posizione in modo energico contro gli sgomberi? Si parla di profonde spaccature nei Cinquestelle al riguardo, il che acuisce la sfiducia e la frustrazione. Che il capitale si accinga a giocare la carta grillina puntando sui settori meno coerenti e più “responsabili” del Movimento?
Il meccanismo che sta portando l’Italia al disastro è noto. Si risparmia privatizzando i beni comuni e tagliando le spese sociali per pagare i debiti nei confronti del potere finanziario. Decisivo il ruolo di una classe politica spesso corrotta e comunque incapace che fa finta di gestire il potere pubblico nell’interesse delle élites. Perché la Raggi non fa chiarezza sul debito del comune di Roma? Quanta parte di questo debito è composta da derivati e altri strumenti di dubbia legittimità fatti apposta per far guadagnare banche e società finanziarie?
La verità è che da una situazione del genere, frutto dell’innesto delle devastanti logiche del neoliberismo su di un corpaccione malato e inefficiente come quello della politica e dell’amministrazione, non si esce declamando come un mantra ossessivo parole come “onestà” o “legalità“.
La corruzione non si sconfigge agitando amuleti o facendo scongiuri. E neanche fingendo l’istituzione di speciali uffici dotati di superpoteri. La corruzione si sconfigge con una politica attenta alle esigenze della gente comune che vuole la soddisfazione dei propri diritti e la tutela dei beni comuni che devono essere destinati a tale obiettivo e non ad arricchire coloro che sono già troppo ricchi.
Purtroppo però la politica in Italia si trova in una situazione disperata a causa delle forze che dovrebbero dare attuazione ai desideri e diritti dei cittadini. La verità sta oltre questa disastrata classe politica. La salvezza dell’Italia passa per una nuova assunzione di responsabilità da parte di noi tutti per compiere scelte diametralmente opposte a quelle finora fatte da Berlusconi, Renzi & C. Ce la faremo?