A Recco per la campagna di tesseramento del Carroccio, il leader della Lega torna a usare toni forti: "Guardia nazionale antimigranti in Italia come negli Usa di Trump? Magari"
“Ci vuole una pulizia di massa anche in Italia”. A Recco per la campagna di tesseramento del Carroccio, Matteo Salvini torna a usare toni forti sui migranti. Secondo il leader della Lega Nord, occorre effettuare una pulizia “via per via, quartiere per quartiere e con le maniere forti se serve, perché ci sono interi pezzi d’Italia fuori controllo”. “Non vedo l’ora – ha quindi aggiunto – una volta al Governo, di controllare i confini come si faceva una volta e usare le navi della Marina Militare per soccorrere e riportare indietro i finti profughi”, ha detto Salvini ribadendo la propria ammirazione per la politica del presidente degli Stati Uniti Donald Trump: “Guardia nazionale antimigranti in Italia come negli Usa di Trump? Magari”. Anche se la Casa Bianca ha smentito la notizia e il documento diffusi dall’Associated Press.
Interpellato sul rischio scissione del Partito Democratico, il leader del Carroccio si è invece scagliato contro i politici italiani. “Non ne posso più di dalemiani, bersaniani, renziani”, ha detto. “Ho la nausea. Che si sciolgano tutti e andiamo a votare“. Su una eventuale ricandidatura di Berlusconi, Salvini ha così commentato: “Il leader lo devono scegliere gli italiani, non lo sceglie nessuno a tavolino né a Arcore né a Genova”. Poi ha ribadito di volere “una coalizione più ampia possibile”. E ha concluso: “Vorrei esportare il metodo Lombardia, Veneto e Liguria a livello nazionale, e siamo pronti a farlo anche tra due mesi”.
Non è tardata la risposta di Nichi Vendola, che con toni forti ha commentato le uscite di Salvini, definendo il leader della Lega Nord “fascista: chi invoca la pulizia etnica nei confronti di quelli che fuggono dalle guerre e dalla miseria è un protagonista del degrado anche nelle parole”. “Salvini è la vergogna del nostro Paese”, ha continuato l’ex Presidente della Regione Puglia. “Forte con i deboli, debole con i forti. È un leone che ruggisce contro i poveri cristi, ed è una pecorella che bela nei confronti dei potenti”. Anche Gero Grassi è intervenuto sulla questione, bollando i toni di Salvini come “dittatoriali”. “Fanno parte di una storia tragica che l’Italia, l’Europa e il mondo hanno conosciuto e sofferto”, ha detto il vicepresidente dei deputati del Pd. E contro i “peggiori metodi squadristi” proposti dal leader del Carroccio, Grassi ha esortato “le persone perbene e le coscienze democratiche” a “saper respingere queste provocazioni che mirano a raccogliere voti sfruttando rabbia e malcontento”.