A viale Trastevere vogliono capire quali siano le responsabilità nell'organizzazione dell'iniziativa promossa dalla dirigente dell'istituto "Guido Alessi". E anche l'associazione nazionale dei presidi prende le distanze
Arriveranno gli ispettori del ministero dell’Istruzione alla scuola media “Guido Alessi” di Roma. L’iniziativa del “Gran Ballo in epoca fascista” promossa e poi annullata con tanto di circolari firmate dalla dirigente Anna Maria Altieri, è finita sul tavolo della ministra Valeria Fedeli.
“Appena appresa la notizia dell’iniziativa programmata dalla scuola romana ci siamo immediatamente attivati attraverso l’Ufficio scolastico regionale”, spiega viale Trastevere. Quest’ultimo infatti, secondo la circolare della dirigente avrebbe approvato il progetto di approfondimento storico dal titolo “Ricostruire la Storia: l’epoca fascista nelle nostre scuole e nei nostri quartieri”.
Un avallo che non prevedeva alcun ballo: “Il progetto presentato – spiegano i vertici del ministero – non faceva menzione alcuna di balli a “tema” e l’Usr aveva chiesto una relazione alla dirigente dell’istituto coinvolto”.
Un’iniziativa studiata in ogni minimo particolare persino con una locandina con la foto del Duce che scende una scalinata, accanto all’imponente facciata razionalista dello storico istituto di via Flaminia 223. La dirigente nella prima circolare aveva precisato: “Si tratta di un Ballo che vuole riproporre il più possibile l’ambientazione fascista, pertanto saranno allestiti pannelli con immagini d’epoca, saranno proposte musiche tipiche del Ventennio e l’abbigliamento dei partecipanti dovrà essere il più fedele possibile al periodo in questione”.
Parole che la Fedeli non ha certo apprezzato: “Mantenere viva la memoria è un atto doveroso e delicatissimo, affinché nessuno dimentichi e nessuno si sottragga alla responsabilità della storia. La scuola – precisa la ministra – è fondamentale in questo percorso, perché è il luogo principale della nostra società in cui si educano le nuove generazioni a conoscere e analizzare i fatti storici e sociali, a comprendere che la nostra identità non può né deve mai essere usata come etichetta per discriminare. Una lezione che deve essere oggi e in futuro costantemente rinnovata in modo che fasi del nostro passato non tornino. Per questo ben vengano iniziative volte a preservare la memoria, favorendo lo studio, aiutando la comprensione di fenomeni storici e sociali. Ma non sono ipotizzabili decisioni o scelte che creino confusione nei soggetti coinvolti in questo percorso, a cominciare dalle studentesse e dagli studenti, oltre che dalle loro famiglie”.
Intanto a prendere le distanze dalla professoressa Altieri sono stati gli stessi docenti che nei giorni scorsi si sono dissociati dall’iniziativa precisando che non erano stati consultati e coinvolti nell’organizzazione del ballo. Nessuna difesa d’ufficio nemmeno dall’Associazione nazionale presidi: “Sia chiaro. Non tutti i dirigenti sono così ma stigmatizziamo un progetto che va contro la nostra Costituzione e tutto quello che è il pensiero formativo. Ci è sembrato un progetto di propaganda, cosa che non può essere tollerata dal momento che quel periodo è stato condannato dalla storia, dalla nostra Costituzione e dalla sensibilità degli italiani”, spiega il vice presidente dell’Anp, Mario Rusconi.
“Bisogna capire – prosegue Rusconi – se questa iniziativa è stata approvata dal collegio docenti. I presidi non possono essere dei podestà. Sarebbe gravissimo se il collegio avesse varato questa manifestazione ma ancora peggio sarebbe se non essendoci alcun avvallo da parte dell’organo preposto la preside avesse preso questo tipo di iniziativa”.
A comprendere ciò che è accaduto e a prendere eventuali provvedimenti saranno gli ispettori e la ministra Fedeli che intanto ha rivolto un invito a tutti i dirigenti scolastici: “Vanno evitate decisioni e iniziative che possano anche soltanto minimamente apparire come fuorvianti rispetto al progetto educativo e non rispettose dei valori di convivenza civile, rifiuto di ogni discriminazione, rispetto dell’altro che sono alla base del nostro sistema scolastico e della nostra società”.