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Standing Ovation, su Rai Uno la tv buonista e a prova di famiglia di Antonella Clerici. Zero innovazione, ma il programma è buono

Più di quattro milioni di spettatori (18,7% di share) hanno pemesso alla Clerici di vincere la serata, dimostrazione che l'intrattenimento zuccheroso e glitterato, quando è fatto bene, vince e convince

di Domenico Naso

Nella televisione italiana forse non c’è nessuno meno sperimentale di Antonella Clerici. Sempre materna, tranquillizzante, paciosa. E non è detto sia un male, sia chiaro, perché anche la tv “familiare”, se fatta bene, ha un suo perché in un palinsesto sempre più ricco di proposte diverse.

Standing Ovation, il nuovo programma della conduttrice lombarda che ha esordito venerdì sera su RaiUno, è esattamente quello: un esempio paradigmatico di tv buona e buonista, familiare e tranquillizzante. È roba pensata per il pubblico di RaiUno, un progetto che ha ben chiari i propri obiettivi: abbracciare in una stretta materna tutti coloro i quali vogliono un intrattenimento televisivo leggero e coccolone, fatto di storie di riscatto, di rapporti genitori-figli, di lieto fine, di “forza dirompente della musica”.

Non resterà nella storia della tv, ovviamente, ma Standing Ovation è un programma onesto e ragionato, costruito con perizia per raggiungere il proprio scopo. Antonella Clerici, reduce da un paio di esperienze non certo esaltanti, finalmente ritrova la propria dimensione, il posto che le spetta di diritto nel panorama televisivo. Inutile fare i fenomeni, fingere una contemporaneità che non ha. E allora va bene persino la dose massiccia di miele che trasuda dalle coppie canterine, spesso composte da genitori e figli e condite di buonismo che rischia di risultare indigesto, se non si ha bene chiaro in mente a cosa si sta assistendo.

Contestualizzandolo, Standing Ovation ha almeno il pregio di essere una trasmissione con un’idea di fondo (condivisibile o meno), affidata alle amorevoli cure della Clerici e che può contare su una giuria potenzialmente efficace composta da Loredana Bertè, Nek e Romina Power.

Forse i tre giurati vanno sfruttati meglio, magari lasciando più campo libero alla Bertè, giusto per dare un po’ di pepe a un programma che a volte si appiattisce eccessivamente sui buoni sentimenti. Ma Antonella Clerici è perfetta nel ruolo ormai consueto di zia sorridente e coccolosa che esalta i rapporti familiari, le storie di riscatto, la funzione terapeutica e unificante della musica.

Tutto già sentito, tutto già visto, ovviamente. Ma chi lo ha detto che la tv debba essere soltanto rottura e sperimentazione?

Gran parte del pubblico di RaiUno chiede a gran voce quello, ed è anche inutile continuare a fingere che anche le ammiraglie generaliste possano sparigliare in misura troppo eccessiva. Più di quattro milioni di spettatori (18,7% di share) hanno visto il programma, permettendo alla Clerici di vincere la serata. Questo dato ci insegna qualcosa? Forse sì, e non è detto che la lezione debba per forza piacerci. Standing Ovation è la dimostrazione che l’intrattenimento zuccheroso e glitterato di Antonella Clerici ha senso per il pubblico di RaiUno e quando è fatto bene (così come è fatto bene questo programma) vince e convince. Riuscendo persino a farci mettere da parte la smania del rinnovamento che vorremmo vedere sempre in televisione. Bisogna essere realisti, e se intrattenimento familiare deve essere, ben venga quello targato Clerici.

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