L'Autorità per l’energia sostiene che dall'1 marzo 5,7 milioni di clienti godranno di risparmi. E il suo presidente ha negato che venga disincentivata l'efficienza. Codici e Italia Solare, però, affermano che l’eliminazione della progressività e lo spostamento degli oneri dalla parte variabile a quella fissa della fattura penalizzano chi ha consumi più bassi
Autorità per l’energia contro associazioni dei consumatori sulla riforma delle bollette della luce per i clienti domestici. “Garantirà vantaggi ai consumatori” e “consentirà all’Italia di allinearsi all’Europa”, dice il presidente dell’Aeegsi, Guido Bortoni, che stima risparmi per 5,7 milioni di clienti. “A noi risulta esattamente il contrario, dal 1° marzo ci saranno aumenti fino al 30%”, rispondono le associazioni dei consumatori e il mondo delle energie rinnovabili, secondo cui, tra l’altro, la riforma è anche una tegola per il settore dell’efficienza energetica. Insomma, due realtà entrambe con la mission di tutelare consumatori con visioni tanto distanti.
Cosa succede? La riforma, che interessa 30 milioni di utenti elettrici domestici italiani, è stata approvata da vario tempo ma sta procedendo a step progressivi. Ad ogni passo in più, i consumatori e gli ambientalisti lanciano un nuovo allarme. Si è partiti con l’eliminazione della progressività (che permetteva a chi consumava meno di pagare in proporzione di meno, con buona pace del risparmio energetico) per poi passare allo spostamento degli oneri di rete e di sistema (che serve ad esempio a finanziare la promozione delle fonti rinnovabili e delle “assimilate”) dalla parte variabile della bolletta (l’importo da pagare sulla base dell’energia elettrica trasportata sulla rete per soddisfare la richiesta del cliente) a quella fissa (quella che non varia in base al consumo). Il prossimo appuntamento è fissato al primo marzo di quest’anno, quando al posto delle due tariffe D2 e D3 subentrerà la tariffa unica TD eliminando la distinzione tra residenti e non.
Secondo il presidente dell’Autorità per l’Energia questa nuova struttura “garantirà vantaggi ai consumatori” e “consentirà all’Italia di allinearsi all’Europa”, grazie al superamento dei “sussidi incrociati“. Ben 5,7 milioni di clienti avranno “riduzioni di spesa significative”, dice l’Aeegsi. Bortoni ha inoltre sottolineato come “non sia assolutamente vero che la riforma non dà segnali anti-spreco“: se si guarda all’intera bolletta in tutte le sue componenti si vede come il costo sia ancora legato per il 70-80% ai volumi consumati. Ci sono poi incentivi a favore del vettore elettrico, dell’efficienza e dell’autoconsumo.
“E’ incredibile” come il presidente dell’Autorità “parli solo dei 5,7 milioni di clienti, tra l’altro benestanti, che avranno una riduzione della bolletta” e “non dica nulla sui 17 milioni di famiglie che avranno aumenti tra il 10 e il 30%”, si legge in una nota congiunta di Codici e Italia Solare. Le associazioni di categoria da sempre sostengono infatti che la riforma, attraverso l’eliminazione della progressività e lo spostamento degli oneri, penalizza chi consuma di meno e abbassa le tariffe a chi consuma di più. L’effetto è quello di disincentivare gli interventi nelle energie rinnovabili e nell’efficienza energetica nonché aiutare economicamente solo i più abbienti. “Fondamentalmente è la stessa situazione che si sta verificando con i 3X2 al supermercato: si spendono soldi per acquistare cose di cui non si ha bisogno attratti dal quantitativo per poi sprecarle, così il consumatore di energia elettrica si ritroverà ad essere incentivato a sprecare letteralmente per pagare di meno”, continuano Codici e Italia Solare. Situazione che “si aggraverà dal prossimo 1° marzo”, con l’arrivo della tariffa unica TD che non distinguerà più tra residenti e non residenti, e “spalmerà su tutti i consumi di chi utilizza di più l’elettricità”.
Sulla stessa linea il Codacons: “La nuova tariffa che entrerà in vigore dal 1° marzo incentiva i consumi invece di spingere all’efficienza energetica”. Il rischio quindi – dice l’avvocato Valeria Graziussi dell’ufficio legale nazionale dell’associazione – è quello di “un aggravio di costi a danno dell’utenza che, ricordiamo, paga già tariffe energetiche più elevate d’Europa a causa di una tassazione record”.